Scoperto grosso traffico di droga tra Arezzo, Parma e Albania

Le indagini, avviate dai carabinieri di Arezzo nel marzo 2018, hanno portato all'esecuzione di misure cautelari nei confronti di 13 persone

Argentina
Cocaina

Dalle prime ore di questa mattina, nelle province di Arezzo e Parma ed in Albania, i carabinieri del comando provinciale di Arezzo, con il concorso di quelli territorialmente competenti e del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, in esecuzione di ordinanza emessa dal gip aretino, stanno eseguendo misure cautelari nei confronti di 13 persone ritenute responsabili di un traffico di cocaina e marijuana.

Le indagini, avviate dai carabinieri di Arezzo nel marzo 2018 e coordinate dalla procura della città toscana, hanno consentito, si spiega dall’Arma, di ricostruire la vicenda. Gli indagati appartenevano a quattro diversi presunti gruppi criminali albanesi. Sarebbero stati in grado di approvvigionare ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti per la successiva cessione nelle principali piazze di spaccio della città.

Durante le indagini individuate diverse decine di persone dedite all’assunzione di stupefacenti. Nella stragrande maggioranza dei casi di cocaina. Contestate circa 3.200 cessioni per un volume di affari del valore stimato di circa 200.000,00 euro. Lo riporta Ansa.

Il precedente

Dopo un anno di indagini dalla morte per overdose di un uomo di Arezzo, lo scorso 28 agosto la squadra mobile della questura ha individuato gli autori dello spaccio fatale. Si tratta di due tunisini, arrestati su richiesta del pm Laura Taddei, accolta dal gip Fabio Lombardo.

Era il luglio 2019 in via Provenza quando fu trovato il cadavere dell’aretino, 52 anni, deceduto in auto dopo l‘ultima dose fatale nella zona di via Arno. Dalle analisi del telefono gli investigatori sono risaliti ai due spacciatori, B.S.H. 53 anni e A.F. 50 anni, tunisini, con alle spalle numerosi precedenti per droga.

I due – secondo gli inquirenti – erano un punto di riferimento dello spaccio di cocaina ed eroina ad Arezzo. Nello specifico, nella zona di Piazza Guido Monaco e dei giardini Porcinai. Ora sono presso la casa circondariale di Firenze.