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Coronavirus, quattro date per avviare la fase 2

Da giorni oramai si parla di fase 2, ossia quella dovrebbe permettere all’Italia, in lockdown dallo scorso otto marzo a causa della pandemia da coronavirus, di ripartire sia economicamente che socialmente. In queste settimane si sono susseguite molte ipotesi su come dovrebbe verificarsi la riapertura dell’Italia, unico punto in cui convergono tutte le posizioni, è quello di farlo nella massima prudenza e sicurezza per evitare una nuova ondata di contagi.

L’ipotesi

In attesa degli incontri con la cabina di regia e con il Comitato tecnico scientifico, è circolata una road map che si articolerà su 4 lunedì. Il piano della fase 2 dovrebbe essere illustrato da Conte al Paese domenica 26 o lunedì 27. In discussione ci sono sia le regole sul distanziamento sociale, l’utilizzo delle mascherine, la gestione dei trasporti.

I quattro step della fase 2

I quattro step ipotizzati per la fase due coincidono con quattro lunedì, a partire dal 27 fino al 18 maggio: la riapertura dell’Italia si verificherà in modo graduale.

  • 27 aprile: è il giorno in cui si dovrebbe avere un primo piccolo passo verso la normalità. Potranno riaprire aziende di silvicoltura, costruzione di macchine agricole, piccoli cantieri navali, e il settore moda. Potrebbe esserci anche la ripartenza dei cantieri per scuole, carceri e per le opere contro il dissesto ecologico.
  • 4 maggio: in questo lunedì potrebbero prendere il via il settore manifatturiero, Lotto e Superenalotto, commercio all’ingrosso e l’industria tessile. Potrebbe esserci anche un allentamento dei divieti: si potrà uscire dal Comune di residenza e potrebbe essere consentito lo sport all’aperto da soli o a due metri di distanza.
  • 11 maggio: via libera alla vendita al dettaglio, potrebbero riaprire parrucchieri e centri estetici, ma mantenendo un rapporto uno a uno.
  • 18 maggio: potrebbe essere questo il lunedì in cui riaprono bar e ristoranti, ma mantenendo alcuni obblighi come due metri di distanza tra un tavolo e l’altro, mascherine e guanti per i camerieri, mentre per i bar dovrà essere assicurata la distanza di un metro dal bancone.

 

Manuela Petrini

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