Sono oltre 500.000 – precisamente: 501.955 – le vittime di Coronavirus nel mondo. Lo rivelano i dati della Johns Hopkins University. Sono sempre gli Stati Uniti i più colpiti, con ulteriori 288 decessi in 24 ore. La più grande economia del mondo ha ad oggi 125.768 morti su oltre 2,5 milioni di casi, secondo i dati dell’università con sede a Baltimora. Per contenere l’ondata, la California e altri 12 Stati hanno ripristinato il lockdown per alcune attività commerciali.
In America Latina in virus dilaga dove nelle ultime 24 ore i contagi sono saliti a 2.474.632 (+53.586) e i morti hanno raggiunto quota 111.934 (+1.477). E’ quanto emerge oggi da una elaborazione statistica realizzata dall’ANSA sulla base di dati ufficiali di 34 paesi e territorio latinoamericani. Prima fra le nazioni della regione, il Brasile ha confermato 1.344.143 contagi (+30.476) e 57.622 morti, con un incremento odierno di ‘sole’ 552 unità. Il gigante sudamericano è seguito da Perù (279.419 e 9.317) e Cile (271.982 e 5.509) e da altri sette paesi con più di 20.000 contagi: Messico (216.852 e 26.648), Colombia (91.769 e 3.106), Ecuador (55.255 e 4.429), Argentina (59.933 e 1.232), Repubblica Dominicana (31.373 e 726), Panama (30.658 e 592) e Bolivia (30.676 e 970).
Il Messico è il Paese che desta particolari preoccupazioni per l’altissimo incremento giornaliero di nuovo casi positivi. Il Paese ha infatti registrato ben 4.050 nuovi positivi al Coronavirus e 267 decessi nelle ultime 24 ore. Nonostante il Messico sia il settimo Paese al mondo per numero di morti, – 26mila – il nono per contagi – oltre 216mila – e la situazione non accenni a migliorare, il presidente Lopez Obrador ha annunciato la riapertura: da oggi le misure restrittive a Città del Messico verranno abolite gradualmente.
Israele si trova “all’inizio di una nuova ondata di malattia”: lo ha detto il ministro della sanità Yoel Edelstein in un intervento tv. Qui i casi accertati sono 23.755 mentre i morti sono 318.
La Cina è chiamata a combattere una seconda ondata di epidemia a Pechino. La megalopoli ha registrato altri sette casi di Covid-19 a trasmissione domestica legati al focolaio partito dal mercato all’ingrosso di Xinfadi nei primi di giugno: la Commissione sanitaria municipale, fornendo i dati di domenica, ha indicato anche un nuovo asintomatico, oltre a quattro casi sospetti. Dall’11 al 28 giugno le infezioni accertate nella capitale sono salite a 318, a fronte di 26 asintomatici. Ieri è stato disposto il lockdown per quasi mezzo milione di persone ad Anxin, area distante circa 60 Km a sud di Pechino, nell’Hebei, dopo il rilevamento di 11 contagi. La Commissione sanitaria nazionale ha parlato di 12 nuovi casi registrati domenica nel Paese: 7 a Pechino e 5 importati dall’estero. Xu Hejian, portavoce della municipalità della capitale, ha descritto la situazione epidemica ancora “grave e complessa”. Nel complesso, le infezioni in Cina sono 83.512: 418 pazienti sono ricoverati, di cui 8 in gravi condizioni. Sono 4.634 i decessi in da gennaio, a fronte di 78.460 guariti.
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