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Coronavirus, Basilica della Natività chiusa

Porte chiuse alla Basilica di Betlemme. Le autorità palestinesi, su indicazione del Ministero della Sanità locale, hanno disposto la chiusura di tutti luoghi di culto nella circoscrizione di Betlemme e Gerico per le prossime due settimane. Lo ha comunicato lo stesso ministro della Salute, che ha inoltre disposto il divieto di ingresso nella città alle comitive di turisti.

Palestina in stato d’emergenza

La disposizione drastica è stata presa dopo la scoperta di 4 casi sospetti di nuovo coronavirus in un hotel della Cisgiordania. Oggi l’autorità palestinese ha dichiarato lo stato di emergenza a Betlemme, Gerico e Valle del Giordano: le nuove disposizioni prevedono non solo il blocco di tutte le conferenze e i meeting nella città, ma anche la totale chiusura ai turisti. Secondo il portale Walla News, non è ancora noto il numero effettivo di pazienti risultati positivi al Covid-19: tutto il personale dell’hotel sarebbe in quarantena, in questo momento. Si tratta ora di tracciare nei dettagli i movimenti del gruppo di turisti. Le recenti disposizioni prevedono anche la chiusura di tutti i ristoranti e i luoghi frequentati dai turisti.

Il Walled Off Hotel, nel centro di Betlemme – Foto © Majdi Mohammed per AP

Sud-Corea: gli “untori” della setta

È risultato positivo all’nCoV-2019, il virus attestato per la prima volta nella città di Wuhan, nel cuore della provincia cinese di Hubei, anche un gruppo di turisti sudcoreani, che ha visitato la Cisgiordania a fine mese. Dopo la Cina, la Corea del Sud è il secondo Paese più colpito dal nuovo coronavirus, con oltre 6.088 casi confermati e 35 decessi. Nel Paese sono in corso misure di contenimento del virus, ma le autorità stanno anche lavorando per ricostruire il percorso di propagazione del coronavirus. Secondo quanto confermato dalla BBC, un ruolo rilevante nella propagazione del contagio è stato ricoperto da una setta pseudo-cristiana, la Chiesa di Gesù e del Tempio del Tabernacolo della Testimonianza. Il leader della setta, Lee Man-hee, avrebbe infatti proposto la cura del coronavirus con la preghiera, senza cioè l’ausilio di supporto sanitario. Da quel momento, il virus si sarebbe propagato in tutto il Paese. Stando alle prime stime fornite dalle autorità, il 60% dei contagiati appartiene alla setta. In una conferenza stampa, Lee Man-hee ha chiesto scusa alla nazione mettendosi in ginocchio.

Il leader della setta sud-coreana, Lee Man-hee, s’inginocchia per chiedere scusa alla nazione
Marco Grieco

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