La tecnologia alla portata di tutti. Niente più barriere socio-economiche all’accesso ai computer. Linux è il primo rappresentante del software “libero” (“freesoftware”, in inglese). Cioè il sistema informatico di elaborazione dei dati. Distribuito con una licenza. Che ne permette non solo l’utilizzo da parte di chiunque ed in qualsiasi circostanza. Ma anche la modifica. La copia. E l’analisi.
Sembra una costante. Soprattutto in campo informatico. Come tutte le rivoluzioni “hi-tech” che si rispettino anche quella di Linux è nata “in un garage”. O meglio in una cameretta. Esattamente trent’anni fa, Linus Torvalds postava sulla piattaforma Usenet un annuncio. Lo studente di informatica finlandese comunicava così al mondo di aver creato un nuovo sistema operativo. I cui “derivati” oggi sono ovunque. Dai supercomputer. Al rover appena lanciato su Marte. “Sto creando un sistema operativo libero”, scriveva Torvalds sulla piattaforma di utenti Usenet. E aggiungeva: “E’ solo per hobby. Non sarà niente di grande o professionale. Qualunque feedback sarà gradito”.
Il personal computer (pc) su cui Torvalds ha creato Linux era un 80386. Uno dei primi computer “da casa”. Con capacità infinitesime anche rispetto ad un telefono odierno. E il software è stato subito messo a disposizione. Di chiunque volesse scaricarlo e “giocarci”. Proprio perché libero e modificabile, nel corso degli anni il sistema operativo dilaga. E ne scaturisce una “famiglia” di sistemi. Caratterizzati dall’icona del famoso pinguino. Prende talmente piede che oggi il 100% dei supercomputer utilizza Linux. O uno dei suoi derivati. Così come il 95% dei cloud pubblici. Il 70% degli smartphone. Soprattutto quelli che hanno Android. E metà della aziende maggiori impegnate nell’uso della tecnologia blockchain. Come evidenzia il sito della Linux Foundation.
Oltre 19 mila aziende usano Linux. Il software libero viene studiato. E adattato da più di 235 mila programmatori nel mondo. Ha un sistema operativo basato su Linux per il proprio drone persino Perseverance. Il rover lanciato dalla Nasa su Marte lo scorso febbraio. Nulla di tutto questo, confessa Torvalds, era atteso quando ha inventato il sistema. “Era un progetto personale- assicura- Non veniva da qualche grande sogno di creare un nuovo sistema operativo. Ma piuttosto letteralmente è saltato fuori ‘a casaccio’. Mentre cercavo solo di capire come sfruttare meglio il mio nuovo computer“.
C’è un solo settore in cui il sistema operativo non è diventato dominante. Quello dei computer ‘normali’. Dove il software libero ha una quota di mercato di poco più del 2%. Ma la sua importanza è “fuori di dubbio”, sottolinea Kees Cook. Puntualizza il “security and Linux kernel engineer” di Google: “Non si può non vedere quanto sia fondamentale Linux per l’ecosistema di Internet attuale. Linux al momento gira su qualunque cosa. Dagli smartphone alla Stazione Spaziale Internazionale. Se ci si affida a Internet, ci si affida a Linux”.
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