Un'impresa che dà lavoro e ridà dignità

Da Rovigo a Bologna e Rimini, da Pesaro a Macerata fino ad Assisi, la “Cooperativa La Fraternità” ha recentemente festeggiato 25 anni di vita e li racconta nella pubblicazione inserto del giornale di questo mese, intitolata “25 anni in 25 storie”. Era il 1992 quando presero il via le prime attività per le persone con disabilità del territorio riminese con la nascita dei primi centri diurni. Dall’intuizione di don Oreste Benzi “là dove siamo noi lì anche loro”, era chiaro che dopo aver accolto le persone con disabilità o svantaggiate in famiglia era necessario mettere in pratica la condivisione diretta anche nel mondo dell’educazione e del lavoro.

Le attività

Negli anni è nata anche la Palestra Ag23 per le attività di carattere artistico e sportivo come danza, atletica, piscina, palestra. Non solo per i Centri del riminese. Anche nelle province di Pesaro-Urbino e Ancona con il “Giocainsieme”, lo sport mette in gioco giovani e adulti con disabilità delle province limitrofe, coinvolgendo tutto il paese nelle gare di corsa, di calcio, di tiro con l'arco. Nei centri della Cooperativa La Fraternità si realizzano anche tante attività artigianali e di lavoro conto terzi: assemblaggio, oggettistica da regalo, piccola falegnameria, recupero materiali esausti e indumenti con relativa gestione di negozi per l’usato e botteghe del commercio equo. Per le tante persone con disabilità o socialmente svantaggiate inviate dai servizi sociali territoriali o che sono accolte nelle case famiglia dell'Associazione fondata da don Oreste Benzi, c'è anche la possibilità di inserimento socio-occupazionale in una gamma di servizi che vanno dalle pulizie civili, alla manutenzione del verde, dai servizi cimiteriali alla lavorazione per conto di aziende terze, dai servizi ambientali per conto HERA alla installazione e manutenzione di impianti per efficientamento energetico.

Tra scuola e agricoltura sostenibile

Ma c'è anche l’avventura della scuola dell’infanzia che don Oreste, insieme agli altri preti “pionieri” don Elio, don Sisto e don Romano, aveva voluto nascesse nel quartiere riminese della Grottarossa dopo esser passato casa per casa chiedendo ai parrocchiani di cosa avessero bisogno, e che la Fraternità gestisce dal 2013. L'esperienza variegata sviluppatasi all'interno della Cooperativa comprende anche diverse aziende agricole che trasformano, confezionano e commercializzano prodotti biologici a Rimini, Bologna, Assisi e Macerata. Ha 30 anni la “storia di speranza” de La Pietra Scartata, sulle colline riminesi, dove la terra è “madre” di relazioni inclusive in cui chi è più in difficoltà viene messo al centro del processo produttivo di oltre 200 prodotti presenti sul mercato italiano ed estero.

Le nuove sfide

Tra le tante sfide che affronta ogni giorno la Cooperativa nelle varie sedi, oggi più che mai nel campo agricolo diventa profetica l'idea di dare un lavoro sano e stimolante a persona svantaggiate nei campi, facendo quadrare il bilancio e lanciando un messaggio di giustizia: anche se il mercato pone delle barriere altissime da superare, a cominciare da costi spesso insostenibili, in agricoltura occorre uscire dalla logica dello sfruttamento dei lavoratori. È l'esperienza di Yaya, 28 anni, della Nuova Guinea, arrivato col barcone due anni fa, (raccolta tra le 25 storie de La Fraternità). Invece di cadere nelle maglie dello sfruttamento lavorativo, la sua forza di volontà e il suo percorso d'integrazione lo hanno portato oggi ad essere parte attiva dell'azienda Terra d'incontro di Macerata. Ogni anno La Fraternità cerca di guardare sempre più avanti nel rispondere ai reali bisogni delle persone accolte nei centri. Forte dei suoi 25 anni di esperienza, la Cooperativa lavora per intercettare esigenze che cambiano continuamente, sia per chi è già presente da tanto tempo e sta entrando in un’età più anziana, sia per chi è appena arrivato e appartiene a una generazione di ragazzi con disabilità che chiedono risposte nuove che vadano a integrare quelle finora messe in campo. Un’altra sfida è il recupero degli abiti usati sviluppatosi col progetto sul territorio di Bologna e nel centro “G. Laruccia” nel riminese. In Italia non esiste ancora una filiera del riuso ma, confrontandosi con esperienze europee, si sta avviando un consorzio europeo con TESS GEIE, Compagnia inglese che ricicla ed esporta abiti e scarpe usate e che metterà a disposizione la sua esperienza sugli impianti per il riciclo del tessile. Responsabile della raccolta abiti usati della provincia di Bologna per lo stoccaggio nella sede di Ozzano dell'Emilia è Andrea, che dopo essersi lasciato alle spalle un passato di dipendenze in una comunità terapeutica della Comunità di don Benzi, oggi sperimenta che nel lavorare ogni giorno con colleghi con disabilità c'è una possibilità di riscatto per ogni persona. In queste 25 storie si raccontano coloro che la cooperativa l’hanno creata, le famiglie che hanno ricevuto una risposta ai loro bisogni, le persone che hanno trovato un lavoro o un servizio educativo, gli esponenti del servizio pubblico e delle istituzioni che ancora oggi ne sostengono l’azione sociale. Senza nostalgia, con l'emozione di guardarsi indietro e l'entusiasmo di pensare al domani.

Articolo tratto da “Sempre”