La sanità al centro. Per la prima volta la Commissione Ue finanzia un Piano operativo nazionale (Pn) sulla Salute. Per il quale si avranno 625 milioni dedicati al Mezzogiorno. Fondi che si vanno ad aggiungere agli stanziamenti per la salute del Pnrr. L’annuncio arriva dal ministro della Salute. In audizione alla commissione Affari Sociali, Roberto Speranza affronta il tema riforma dell’assistenza sanitaria territoriale. Nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Tra le priorità, la Salute di Genere. Con il rafforzamento della rete dei consultori familiari. Il loro potenziamento strutturale funzionale. E la loro messa in rete con gli altri servizi sanitari e socio-assistenziali del territorio. Per l’identificazione e l’attuazione di percorsi integrati di assistenza. Focalizzati sulle differenze di genere nel contesto della sanità.
“Seimila interventi sono una sfida ambiziosa ma alla portata– spiega il titolare della Sanità- Saranno investiti 50 milioni per l’intelligenza artificiale nella cura del paziente. Con servizi di supporto al medico. Altri 25 milioni, inoltre, serviranno ad aggiornare il portale della trasparenza. Attraverso anche dati regionali”. Il Pnrr illustrato dal ministro Speranza prevede tra l’altro 1.350 case di comunità. 400 ospedali di comunità. 280 interventi digitali. 300 interventi di sostenibilità ospedaliera. Oltre 4 miliardi di euro andranno al parco tecnologico. E 520 milioni alla ricerca biomedicale. “Puntiamo sul PN Equità nella Salute- puntualizza il ministro-. Per contrastare la povertà sanitaria nelle sette regioni del Sud“. Quelle realtà del Mezzogiorno, cioè, che “hanno maggiori difficoltà ad erogare le prestazioni di assistenza. Soprattutto alle fasce più vulnerabili“.
Il Piano Nazionale rivolto alle regioni meridionali sarà articolato su alcune priorità di intervento. La prima è il contrasto della povertà sanitaria. Per migliorare l’accesso ai servizi sanitari e socio-sanitari. Da parte delle persone in stato di povertà sanitaria. Anche con l’erogazione gratuita di farmaci di fascia C. E dispositivi medici extra-Lea. Ossia al di fuori dei livelli essenziali di assistenza. Le azioni previste in questo ambito includono il rafforzamento delle partnership (istituzionali e con il terzo settore). Per l’identificazione e la localizzazione del target di popolazione. L’emersione e la qualificazione dei bisogni di salute. Il potenziamento della capacità dei servizi sanitari e socio-sanitari di rispondere ai “bisogni di salute”. Quelli con accesso a bassa soglia. Anche attraverso l’attivazione di Centri di prossimità contro la povertà sanitaria (CPPS) e l’outreaching.
Inoltre è prevista la realizzazione di azioni di educazione sanitaria. Volte all’empowerment dei gruppi più vulnerabili. Anche tramite l’attivazione di comunità. Cioè referenti di comunità, associazioni, mediatori culturali. Altra priorità è la salute mentale che ha come finalità il potenziamento dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM). Per la presa in carico efficace dei pazienti con disagio psicologico o disturbo mentale. Anche in collaborazione con il sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali. E con il terzo settore. L’obiettivo è il recupero dell’autonomia personale, sociale e lavorativa.
In questo ambito sono previste diverse azioni previste. Ossia l’adozione di modelli di presa in carico. Efficaci per i programmi terapeutico-riabilitativi e socio-riablitativi personalizzati (PTRP). Centrati sui bisogni complessivi della persona. Orientati alla recovery del paziente e al benessere psichico della comunità circostante. La formazione-informazione dei soggetti rilevanti. Per la presa in carico globale e partecipata delle persone con disturbi mentali. Il sostengo ai DSM per l’adozione sistematica del PTRP. In co-progettazione e cogestione con la persona. I suoi familiari. E gli enti del terzo settore.
Fra le priorità, anche la maggiore copertura degli screening oncologici. Con l’obiettivo di potenziare la capacità di individuare. E includere nei programmi di screening oncologico la popolazione target. Per migliorare l’efficacia e l’efficienza dei programmi. Tra le azioni previste l’identificazione della popolazione target. Di cui non fanno parte i vulnerabili e i soggetti “invisibili”. Poi si procederà al miglioramento delle modalità di reclutamento nei programmi di screening della popolazione target. Al potenziamento di alcuni servizi per lo screening (punti di screening e motorhome attrezzati). Al potenziamento dell’erogazione dello screening alla popolazione target. Sia presso la rete riorganizzata dei punti di screening sul territorio. Sia mediante i “motorhome”.
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