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Sacerdote indiano all’Onu: “Garantire la libertà di fede e la protezione della minoranze religiose”

“Urge garantire in India la libertà di coscienza e di religione e tutelare la vita delle minoranze religiose. Lo ha affermato il sacerdote cattolico indiano Fr. Manoj Kumar Nayak, intervenendo alla 36a sessione del Consiglio Onu per i Diritti umani a Ginevra.

L’intervento

Nel suo intevento, ripreso dall’organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie, p. Nayak ha affermato: “Siamo grati al Governo indiano per l’impegno a garantire che le leggi siano pienamente e costantemente orientate alla tutela dei membri delle minoranze religiose e delle popolazioni vulnerabili. Tuttavia, vige un clima di intolleranza e di paure tra le minoranze, come pure c’è chi pratica libertà di espressione, pensieri oltre ad incontri nel Paese”.

Legge anti-conversione

“Nonostante l’impegno a mettere in pratica le raccomandazioni del primo e del secondo Upr (Universal Periodic Review), il governo dell’India non ha formulato una legge globale per impedire la violenza comunitaria contro le minoranze religiose”, ha detto il sacerdote. “Il Governo dell’India non riesce ad impedire azioni anti-conversione in Stati come Odisha, Chhatisgarh, Jharkhand e Gujarat che reprimono i diritti delle minoranze alla pratica, diffusione e professione della loro religione. E’ evidente l’aumento della criminalizzazione contro le minoranze, dalit e adivasi”.

Altresì, riconosciamo un incremento di discorsi di odio diffusi da ufficiali dello Stato che non fanno che fomentare violenza e discriminazione contro le minoranze, esattamente il contrario di quello che richiedono le loro responsabilità di tutela delle stesse”.

“Invitiamo il Governo dell’India – continua padre Nayak – ad adottare azioni adeguate ed evidenti contro gli incidenti di linciaggio delle minoranze e dei difensori dei diritti umani. Il Governo deve garantire una azione severa contro chiunque fomenti discorsi di odio che portano ad incoraggiare violenze contro le minoranze religiose”.

Risarcimenti mancati

“Potrebbe facilitare – suggerisce il sacerdote – la riapertura di 315 casi chiusi senza alcuna condanna e risarcire più adeguatamente le violenze anti-cristiane registrate in Odisha nel 2007-08. Occorre prendere tutte le misure di sicurezza necessarie per frenare il crescente trend di discriminazioni, xenofobia e intolleranza e creare fiducia tra tutta la popolazione del Paese. Infine – conclude padre Nayak – il Governo indiano dovrebbe cancellare il paragrafo 3 della Costituzione (Caste Programmate) Ordine presidenziale 1950, perché non include discriminazione costruttiva per Dalit cristiani e Dalit musulmani”. Fonte: Agenzia Fides.

redazione

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