Adue anni dalla firma del primo accordo con lo Stato italiano per la realizzazione dei corridoi umanitari, la Comunità di Sant’Egidio esprime la sua soddisfazione perché l’iniziativa, presa nel dicembre 2015 insieme alle Chiese protestanti italiane – e che ha già permesso l’arrivo di oltre mille profughi – è ormai diventata un modello europeo aprendo nuove vie per l’accoglienza e l’integrazione e offrendo soluzioni concrete per la gestione di un fenomeno così complesso come quello dell’immigrazione.
E’ di ieri sera l’arrivo a Bruxelles di un primo gruppo di profughi siriani dal Libano, che saranno accolti secondo quanto previsto da un patto firmato tra lo Stato belga e Sant’Egidio, in partenariato con tutte le confessioni religiose del Paese. Le 150 persone, in arrivo nei prossimi mesi in Belgio, vanno ad aggiungersi alle 3.000 stabilite in due anni da diversi accordi, che Sant’Egidio ha condiviso in Italia con la Fcei e la Tavola Valdese – 1.000 profughi già arrivati – e con la Cei – un primo gruppo è giunto dall’Etiopia a novembre – e in Francia con le locali associazioni cattoliche e le Chiese protestanti. Si tratta di progetti autofinanziati che mettono in risalto una felice sinergia tra Stati europei e società civile.
I corridoi umanitari hanno anche aiutato l’opinione pubblica ad avere una percezione diversa del fenomeno immigrazione perché coniugano la sicurezza (per chi parte e per chi accoglie) con progetti di integrazione nelle società che li ospitano.
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