Serata di alta tensione a Liverpool, fuori dall'ospedale Alder Hey dove è ricoverato il piccolo Alfie Evans, di appena 23 mesi, affetto da una non meglio definita malattia degenerativa e, solo poche ore fa, destinatario di una sentenza che prevede il distacco dei macchinari che lo tengono in vita, come richiesto dai sanitari dell'ospedale ai giudici dell'Alta Corte. Il papà di Alfie, Tom, ha deciso assieme a sua moglie di affrontare i medici per ribadire la sua volontà di portare suo figlio fuori dall'Alder Hey per condurlo in un'altra struttura (il Bambino Gesù di Roma o il Besta di Milano), mentre in strada si radunava una folla sempre crescente di manifestanti, giunti in supporto dei giovani genitori di Alfie.
Un sit-in andato avanti per ore, con cori e striscioni in favore del piccolo e dei suoi parenti, intonando un coro nel quale si autodefinivano “l'esercito di Alfie”. Sul posto è intervenuta anche la Polizia che ha presidiato l'esterno dell'ospedale e la camera da letto del bimbo, impedendo ai suoi genitori di uscire per scongiurare il rischio che lo portino via. Una situazione che è andata quindi complicandosi ulteriormente, con una battaglia scatenata mentre una piccola vita continua la sua lotta contro la malattia. Nelle ultime ore si era parlato anche di una terza soluzione in un ospedale tedesco anch'esso, come il Bambin Gesù, che sarebbe disponibile a ospitare il piccolo Alfie. Tom e sua moglie Kate, sono stati incoraggiati dai propri legali a proseguire nella loro battaglia per portare via il bambino dall'Alder Hey.
Papà Thomas, intanto, ha postato un video su Facebook nel quale afferma di avere con sé “una documentazione che dice che ho il diritto di portare mio figlio fuori dall'ospedale, ho il diritto di portare mio figlio fuori da questo ospedale”. Circostanza che ancora non ha potuto verificarsi, nonostante il presidio a oltranza dei manifestanti. Un altro documento stretto in mano da Tom Evans, sarebbe effettivamente quello che rilascerebbe il via libera ai genitori di portare via Alfie da quella struttura che attualmente lo ospita e che vorrebbe staccare quei macchinari che ancora lo tengono in vita, appurata cinicamente la presunta “inutilità” di quella vita così giovane eppure con così tante problematiche. “Questo è mio figlio- dice nel video il padre del bimbo -. Sto tremando, non mi fanno uscire da qui, questo è mio figlio. Stanno chiamando la polizia. Qui davanti ho mio figlio innocente, guardate come è innocente. Come possono farci questo?”.
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