Chiesa Cattolica

Il Papa ai fedeli siro-malabaresi: “Dove c’è disobbedienza, c’è lo scisma”

“Avete avuto tante sfide nel corso della vostra storia, lunga e travagliata, la quale in passato ha pure visto dei fratelli nella fede commettere contro di voi azioni sciagurate, insensibili alle peculiarità della vostra fiorente Chiesa. Eppure siete rimasti fedeli al Successore di Pietro. Voi siete obbedienti, e dove c’è obbedienza c’è Ecclesia; dove c’è disobbedienza c’è lo scisma”. Così papa Francesco si è rivolto in udienza ai fedeli della Chiesa indiana Siro-Malabarese.

Il Papa ai siro-malabaresi, “chiedere la giurisdizione per tutti i vostri migranti in Medio Oriente”

“Chiedere la giurisdizione per tutti i vostri migranti in tante parti del Medio Oriente”. È l’esortazione del Papa ai fedeli della Chiesa siro-malabarese, ricevuti oggi in udienza. “Ho detto che devono chiedere la giurisdizione con le carte, ma io oggi ho dato già la giurisdizione e possono agire con questo”, ha spiegato Francesco: “Si deve fare anche tramite le carte, ma da oggi potete”.

“Io desidero aiutarvi, senza però sostituirvi, proprio perché la natura della vostra Chiesa sui iuris vi abilita, oltre che ad un esame attento delle varie situazioni, anche ad adottare i provvedimenti opportuni per affrontare con responsabilità e coraggio evangelico, fedeli alla guida dell’Arcivescovo Maggiore e del Sinodo, le prove che state attraversando”, ha precisato il Papa: “È quello che vuole la Chiesa: fuori da Pietro, fuori dall’Arcivescovo Maggiore non è Ecclesia. In tal senso, negli ultimi tempi ho indirizzato delle lettere e ho rivolto ai fedeli un videomessaggio per avvertirli della pericolosa tentazione di volersi concentrare su un dettaglio, a cui non si vuole rinunciare, a discapito del bene comune della Chiesa. È la deriva dell’autoreferenzialità, che porta a non sentire nessun’altra ragione se non la propria”.

No a “autoreferenzialità”, è frutto del diavolo

“In spagnolo, noi diciamo che questa autoreferenzialità si dice ‘yo, me, mi, con migo, para mi’: io, me, mi, con me, per me, tutto per me. Ed è qui che il diavolo – il diavolo esiste –, il divisore, si insinua, contrastando il desiderio più accorato che il Signore ha espresso prima di immolarsi per noi: che noi, suoi discepoli, fossimo una sola cosa, senza dividerci, senza rompere la comunione. Custodire l’unità, dunque, non è una pia esortazione, ma un dovere, e lo è soprattutto quando si tratta di sacerdoti che hanno promesso obbedienza e da cui il popolo credente si aspetta l’esempio della carità e della mansuetudine”.

“Mancare di rispetto gravemente al Santissimo Sacramento è incompatibile con la fede cristiana”

“Mancare di rispetto gravemente al Santissimo Sacramento, Sacramento della carità e dell’unità, discutendo di dettagli celebrativi di quella Eucaristia che è il punto più alto della sua presenza adorata tra noi, è incompatibile con la fede cristiana”. E’ il monito del Papa ai fedeli siro-malabaresi, ricevuti in udienza. “Lavoriamo con determinazione per custodire la comunione e preghiamo senza stancarci perché i nostri fratelli, tentati dalla mondanità che porta a irrigidirsi e a dividere, possano rendersi conto di essere parte di una famiglia più grande, che vuole loro bene e li aspetta”, l’invito di Francesco: “Ci si confronti e si discuta senza paura – questo va bene –, ma soprattutto si preghi, perché, alla luce dello Spirito, che armonizza le diversità e riconduce le tensioni in unità, si risolvano i conflitti. Con una certezza: che l’orgoglio, le recriminazioni, le invidie non vengono dal Signore e non portano mai alla concordia e alla pace”.

”Il criterio guida, quello veramente spirituale, quello che deriva dallo Spirito Santo, è la comunione”, ha ribadito il Papa: “significa verificarsi sull’adesione all’unità, sulla custodia fedele e umile, rispettosa e obbediente dei doni ricevuti. Nei momenti di difficoltà e di crisi non ci si lasci prendere dallo scoraggiamento o da un senso di impotenza di fronte ai problemi. Non si spenga la speranza, non ci si stanchi di aver pazienza, non ci si chiuda in pregiudizi che portano ad alimentare animosità”.

Lo scisma ricucito

L’incontro di Papa Francesco in Vaticano con i fedeli della Chiesa indiana Siro-Malabarese sancisce la fine del conflitto ingeneratosi nei mesi scorsi dopo che il Sinodo dei Vescovi del 2021 aveva raggiunto un compromesso per la celebrazione della messa secondo la riforma del Concilio Vaticano II: la liturgia della parola si sarebbe celebrata ‘coram populo’, con il celebrante rivolto verso l’assemblea dei fedeli, mentre il resto della messa si sarebbe celebrato rivolti verso l’altare. Circa 400 sacerdoti si dichiararono disposti a ricevere la scomunica pur di non abbandonare la liturgia della messa tradizionale. Nel giugno 2023 papa Francesco ha rimosso i vertici della chiesa locale, accettando anche le dimissioni del cardinale George Alencherry e del vescovo Andrew Thazhath. Oggi il gruppo dei fedeli siro-malabaresi era accompagnato in Vaticano dall’arcivescovo maggiore Raphael Thattil, in carica dal 10 gennaio scorso e al suo primo viaggio a Roma dopo l’elezione.

Fonte: AgenSIR

redazione

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