Pesticidi e agricoltura, come ridurre l’utilizzo e preservare l’ecosistema

In occasione della presentazione del Report Pesticidi di Legambiente Interris ha intervistato il responsabile nazionale agricoltura, dottor Angelo Gentili

Malgrado sia diminuito l’utilizzo dei pesticidi, l’Italia continua a far segnare un utilizzo elevato di molecole chimiche di sintesi in agricoltura. Rispetto a questo, secondo i dati contenuti nel dossier di Legambiente denominato “Stop Pesticidi 2021”, su oltre 2.500 campioni di alimenti di origine vegetale di provenienza italiana ed estera, il 35% contiene uno o più residui, seppur nei limiti imposti dalla normativa vigente, mentre l’1,39% non è conforme a quanto stabilito dalla legge. Tra i campioni analizzati la frutta ha la percentuale maggiore di residui contenuti, almeno uno nel 53% di quelli analizzati. Interris.it ha intervistato in merito a questo argomento e alle possibili strategie per salvaguardare l’ecosistema e la salute il dottor Angelo Gentili responsabile nazionale agricoltura di Legambiente e coordinatore del centro nazionale per l’Agroecologia di Legambiente.

L’intervista

Quali conseguenze ha l’utilizzo dei pesticidi sull’ecosistema e sulla salute dell’uomo?

“Purtroppo, l’utilizzo di pesticidi in maniera significativa comporta tutta una serie di problematiche che si riversano sia sugli ecosistemi che sull’uomo. Per quanto riguarda gli ecosistemi ci sono dei danni specifici che vengono a nuocere sia la fauna che la flora presenti al livello naturale, si pensi che – ogni anno – ci sono 111 mila tonnellate di prodotti fitosanitari che vengono utilizzati in Italia, con moltissime molecole attive che si riversano per la maggior parte non sull’organo bersaglio – ossia la foglia, il frutto o la pianta – ma si disperdono nell’aria, nell’acqua o nel terreno, con danni enormi per quanto riguarda la biodiversità. La stessa cosa riguarda la salute delle persone, molto spesso vengono utilizzati pesticidi, innanzitutto c’è un danno anche da parte di chi li utilizza, poi anche il loro utilizzo vicino ad aree antropizzate con un danno diretto nei confronti di coloro che ne sono esposti mediante il cosiddetto effetto deriva. L’altro danno nei confronti delle persone è quello che riguarda i residui da pesticidi che si trovano nella frutta e nella verdura con la quale ci si alimenta ogni giorno”.

In che modo si può ridurre l’utilizzo dei pesticidi in ambito agricolo?

“Nel momento in cui si ha una quantità significativa di pesticidi che viene utilizzata si hanno dei risultati molto chiari che riguardano appunto – come riportato nel nostro dossier pesticidi – il fatto che vi siano 97 sostanze attive differenti che sono state rinvenute, in cui ci sono per la maggior parte campioni regolari ma anche una minima parte irregolari ma con residui anche significativi, si pensi ad esempio che ci sono 12 residui di diverse molecole di sintesi in un campione di ciliegie, 10 residui in un campione di prugne ed altri in un campione di pere analizzato. Quindi permangono molti residui che hanno danni significativi e sui quali, per ridurre l’utilizzo dei pesticidi, occorre adottare pratiche che siano sostenibili, innanzitutto l’agricoltura biologica che consente una riduzione forte della chimica che viene utilizzata in ambito agricolo con tutti i danni ad essa collegati e poi, anche nell’ambito dell’agricoltura integrata, è necessario ridurre fortemente l’utilizzo di pesticidi, abbinare le pratiche agricole ai sistemi di coltivazione e fare il modo che – in linea con le strategie europee Farm-to-Fork e biodiversità – ci sia una forte riduzione degli input nei confronti sia dell’ambiente che dell’uomo”.

Quali sono le evoluzioni normative auspicabili in materia e qual è l’impegno di Legambiente su questo versante?

“Noi ci siamo molto impegnati affinché innanzitutto sia adottato un Pan, ossia un Piano di Azione Nazionale, per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che deve essere ancora approvato definitivamente e la cui ultima stesura risale al 2014. Occorre quindi adeguare il Pan e fare il modo che sia un tassello fondamentale per ridurre l’utilizzo della chimica di sintesi, salvaguardare la biodiversità e ridurre in maniera significativa l’utilizzo dei pesticidi, questo è uno strumento normativo fondamentale che deve essere approvato al più presto. L’altro strumento normativo importante è l’agricoltura biologica – ricordiamo che abbiamo trovato nel nostro dossier pesticidi diversi principi attivi e molecole di sintesi di numerosi campioni di frutta e verdura che sono stati esaminati da tutti gli organismi di controllo statali e regionali – a tal proposito invece, nei prodotti biologici, non c’è la presenza dei pesticidi. Bisogna quindi fortemente moltiplicare la produzione biologica ed è quindi necessario approvare al più presto – noi crediamo sia importante farlo entro questa legislatura – la legge sull’agricoltura biologica che ancora è ferma alla Camera dei Deputati. Un altro aspetto importante è quello che riguarda la Pac, ovvero la Politica Agricola Comunitaria, uno strumento normativo importante in ambito comunitario ed il Piano Strategico Nazionale, che deve essere adottato e approvato prossimamente e che ancora ci lascia insoddisfatti per una serie di ombre che ci sono aldilà delle luci. In conclusione, chiediamo quindi che ci sia una diminuzione dell’utilizzo della chimica di sintesi, una spinta fortissima nei confronti del biologico e quindi, per far fare un salto di qualità all’intero sistema agroalimentare, con un Made in Italy che, oltre a produrre eccellenze, dà vita anche a prodotti che siano sani e sostenibili”.