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Mezzo milione di pasti distribuiti in pandemia (+40%). Pane per i poveri del Covid

“Pane quotidiano” è il titolo del messalino della Comunità Papa Giovanni XXIII. Un libretto bimestrale online e cartaceo che propone il commento al Vangelo e le Letture del giorno spiegate da don Oreste Benzi. Il sacerdote riminese e servo di Dio in via di beatificazione ha vissuto la propria vita accanto ai poveri. “Operazione Pane”, invece, è il nome del progetto con cui l’Antoniano sostiene gli ospiti di 14 mense francescane. Frati e volontari al fianco dei più fragili. Per donare serenità a alle persone che hanno maggior bisogno di aiuto. Cercando di trasmettere serenità e speranza. Soprattutto alle persone e alle famiglie che, in seguito alla pandemia, si sono trovate in una condizione di grave disagio.

La condivisione del pane

Nei dodici mesi di emergenza Covid sono stati distribuiti 500mila pasti. Oltre il 40% in più rispetto ad un anno ordinario. “La pandemia, oltre a generare una drammatica crisi sanitaria, sta indebolendo fortemente anche il tessuto sociale. Peggiorando la condizione dei più fragili. E mettendo in difficoltà tante famiglie che prima della crisi Covid vivevano un’esistenza serena”, sottolinea il direttore dell’Antoniano padre Giampaolo Cavalli. “Dal nostro osservatorio– aggiunge il religioso francescano– notiamo un’importante crescita delle persone e delle famiglie che hanno bisogno di aiuto”.

La fatica di chiedere aiuto

Evidenzia padre Cavalli: “Tra i nuovi ospiti delle mense francescane, i nostri volontari ci segnalano tante persone che hanno perso il lavoro. In seguito all’emergenza. E che spesso fanno anche fatica a chiedere aiuto. Perché provano quasi vergogna per la loro nuova condizione. E intere famiglie, spesso con bambini piccoli, che a causa della pandemia si sono trovate in difficoltà. Le persone che hanno bisogno di aiuto non possono essere lasciate sole. Soprattutto in questa situazione così difficile”. Operazione Pane “tiene unite le mense francescane”. E, puntualizza il direttore dell’Antoniano, “ci aiuta a non dimenticare nessuno. A mettere in tavola un pasto caldo per tutti. E a fare in modo che le nostre porte restino sempre aperte in sicurezza. Nonostante le grandi difficoltà del momento“.

La mappa della solidarietà

Le realtà francescane italiane sostenute dal progetto “Operazione Pane” formano una fitta rete di solidarietà. Ad esse si unisce anche un’opera francescana in Siria. La mappa dei centri per gli aiuti include Roma, Palermo, Catanzaro. La Spezia, Torino, Verona. Bologna, Pavia, Monza. Milano, Lonigo, Voghera e Baccanello. In questi mesi di emergenza le mense francescane si sono tutte tempestivamente riorganizzate. Per continuare a restare accanto ai più fragili. Nel pieno rispetto delle disposizioni delle autorità. Per il contenimento dell’emergenza sanitaria. Attivando la distribuzione di kit alimentari all’aperto. Organizzando colloqui “a distanza”. Per raccogliere le richieste di aiuto dei più fragili. E distribuendo pacchi alimentari a domicilio. Attualmente le 14 realtà francescane distribuiscono quasi 36 mila pasti ogni mese. Circa 1.200 al giorno.

Un sorriso per l’infanzia disagiata

A Palermo, il giorno di Pasqua, la Mensa del Padre Abraham ha consegnato agli ospiti le “scatole scalda cuore”. Cioè confezioni piene di regali. Raccolti tra i cittadini. Per aiutare i senza fissa dimora e le famiglie che si rivolgono ai frati. A Torino le famiglie della Mensa e del Centro di Ascolto Sant’Antonio sono raddoppiate rispetto allo scorso anno. Per le festività pasquali hanno ricevuto uno speciale pacco alimentare. A Bologna, sede della mensa, padre Ernesto dell’Antoniano coordina l’intero progetto “Operazione Pane”. I frati e i volontari sono rimasti accanto ai più fragili. Preparando per loro un pranzo speciale con dolci di Pasqua. Anche le 80 famiglie accolte dall’Antoniano hanno ricevuto un dono. Ceste piene di prodotti alimentari e uova di Pasqua per gli oltre 160 bambini sostenuti dall’organizzazione.

Le ferite della pandemia

“Tra i tanti auguri ricevuti a Pasqua- racconta padre Giampaolo Cavalli- una persona mi ha fatto un augurio che mi ha colpito tanto. ‘Abbi sempre occhi belli per vedere la vita, la Resurrezione per riuscire a scorgerla ogni giorno’. Questo è vero. Bisogna avere occhi per vedere la Resurrezione. Ogni giorno. Insieme“. Soprattutto, osserva il direttore dell’Antoniano, “in questi mesi segnati dal coronavirus. Dove facciamo tanta fatica. Medici e infermieri con il volto segnato dalle mascherine. E devastato dalla stanchezza“.

Per riscoprirsi fratelli

Conclude padre Cavalli: “Città vuote. File sempre più lunghe davanti alle mense dei poveri. Occhi tristi di tanti ospiti inabituali in queste file. In tutto questo c’è un futuro che prende forma. Certamente il vaccino. Ma soprattutto l’infaticabile disponibilità del personale sanitario. Di tantissimi giovani mai stanchi di mettere a disposizione il loro tempo. La tenacia di tantissimi a inventare possibilità di incontro. Di sostegno. Di cura dell’altro. In tanti. In tante situazioni. Stiamo imparando quanto tutti siamo fratelli”.

Giacomo Galeazzi

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