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Sos mine anti uomo, in un anno di pandemia +20% di vittime

Allarme Onu per le mine anti uomo. L’emergenza Covid ne ha fermato il recupero. E ciò nel 2020 ha provocato un aumento del 20% nel numero delle vittime. 7.073 tra morti e feriti. Tra loro anche 1.872 bambini. Negli ultimi anni il mondo è stato funestato da una proliferazione di conflitti armati. Un incremento nelle guerre del 70%. Di qui il boom dell’uso di mine anti-uomo. Molte delle quali di fattura artigianale. Ora l’emergenza sono gli ordigni inesplosi.

Allarme mine

Sono state 7.073 le vittime nel 2020 rispetto alle 5.853 del 2019. Dunque nell’ultimo anno sono aumentate di oltre il 20% le vittime e i feriti delle mine antiuomo nel mondo. La causa è indicata nel rapporto dell’Osservatorio sulle mine delle Nazioni Unite. E’ stato il Covid, infatti, a fermare il lavoro di recupero dei residuati bellici e delle mine antiuomo. Così come ha bloccato le sessioni di educazione al rischio. Nel 2013 le vittime erano in media 10 al giorno. Nel 2020 sono quasi raddoppiate. Arrivando a 19 al giorno. Erano civili l’80% delle persone uccise nel 2020. Tra cui 1.872 bambini.

Numeri superiori

Ma, secondo l’Osservatorio, il numero effettivo è ben più alto. Poiché in molti Stati le vittime e i feriti degli ordigni anti uomo non sono rilevati. A fronte dell’aumentato numero dei conflitti in corso in alcuni paesi. I dati del rapporto rilevano, inoltre, che a provocare più vittime sono le mine improvvisate. Responsabili di circa un terzo (2.119) dei decessi. I residuati bellici esplosivi hanno causato invece 1.760 vittime. Il direttore dell’Osservatorio, Marion Loddo, evidenzia che “il numero dei morti è ancora troppo elevato“. Così come è “deludente la lentezza delle operazioni di sminamento”. E aggiunge: “Se vogliamo raggiungere un mondo senza mine, gli Stati devono raddoppiare i loro sforzi. Per attuare rapidamente i loro obblighi”. I paesi con il maggior numero di casi legati a queste armi sono la Siria (2729). L’Afghanistan (1474). Seguono Mali (368), Yemen (350). Myanmar (280). Ucraina (277). Nigeria (226). Colombia (167). Iraq (161). Burkina Faso (111).

Messa al bando

Inoltre, l’Osservatorio conferma l’utilizzo di mine anti uomo da parte delle forze governative del Myanmar. Tra giugno 2020 e ottobre 2021. Nello stesso periodo il rapporto fa anche riferimento ad accuse non ancora confermate. Secondo cui le mine anti uomo sono state utilizzate da gruppi armati. In Camerun. Egitto. Niger. Filippine. Thailandia. Tunisia. E Venezuela. La pubblicazione del rapporto dell’Osservatorio delle mine terrestri 2021 arriva a meno di una settimana dalla conferenza annuale. Sul trattato sulla messa al bando delle mine. In programma all’Aia dal 15 al 19 novembre.

Giacomo Galeazzi

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