Nella notte tra il 6 e il 7 settembre scorso Willy Monteiro Duarte – un giovane ragazzo di 21 anni – è stato brutalmente ucciso a calci e pugni a Colleferro per aver cercato di sedare e mettere pace in una accesa discussione che coinvolgeva un ragazzo che in passato aveva frequentato con lui l’istituto alberghiero di Fiuggi. Questo gesto di Willy è la manifestazione più fulgida di quei sentimenti e di quei valori fondamentali che nella nostra società dovrebbero essere imprescindibili, ossia la lealtà, l’altruismo e la bontà che hanno connotato la vita giusta e mite di questo giovane che deve e dovrà sempre rappresentare un esempio di virtù per tutti i giovani.
Questo affinché si possa creare una società migliore ove, alla base di ogni azione, vi siano l’empatia e l’attitudine ad aiutare il prossimo attraverso azioni guidate dalla gentilezza, dalla bontà e da un dolce sorriso, il tratto distintivo di Willy. Questo evento nefasto, per quanto concerne il vile comportamento messo in atto dagli aggressori di Willy, connotato da una becera volontà di sopraffazione del prossimo attraverso una violenza inaudita reiterata nel corso degli anni e da un preoccupante nichilismo, ci pone di fronte a degli interrogativi urgenti, sia per quanto riguarda l’educazione delle giovani generazioni sia per quanto attiene l’aspetto preventivo e repressivo dei comportamenti criminali.
In prima istanza, alla luce di questo preoccupante fatto, è fondamentale che le istituzioni educative e scolastiche di ogni ordine e grado, in sinergia con le famiglie diano vita a dei programmi maggiormente incisivi dal punto di vista dell’educazione civica con l’obiettivo di scardinare sul nascere ogni atto di bullismo e sopraffazione con l’obiettivo di far fiorire una cultura della legalità e dell’altruismo. Successivamente dobbiamo far sì che tutti i cittadini instaurino un rapporto di maggior fiducia e proficua collaborazione con le forze dell’ordine – le quali svolgono quotidianamente un lavoro egregio a tutela della nostra sicurezza – affinché talune situazioni di prevaricazione e delinquenza possano essere arginate sul nascere senza che si crei una sensazione di presunta impunità nella mente di chi agisce contro la legge.
A tal proposito dobbiamo ricordare e fare nostra una bellissima frase che pronunciò il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: “Se è vero che esiste un potere, questo potere è solo quello dello Stato, delle sue istituzioni e delle sue leggi; non possiamo oltre delegare questo potere né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti.” Questa vicenda inumana non dovrà mai cadere nell’oblio, l’insegnamento di Willy dovrà germogliare nelle nostre coscienze ed illuminare la vita di ognuno di noi conferendo sempre maggiore attuazione al passo del Vangelo citato nell’omelia funebre dal vescovo di Tivoli e Palestrina Monsignor Parmeggiani: “Beati i miti, perché erediteranno la terra”.
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