Quei giovani “alfieri” che hanno illuminato il buio della pandemia

Essere giovani in pandemia non è facile, ma alcuni hanno colto l'occasione per fare addirittura del bene ad altri

Essere giovani non è facile, ma soprattutto non è facile quando ci si trova nel bel mezzo di una pandemia globale. In cui l’unica cosa che si vorrebbe fare sarebbe quella di arrendersi e di rinunciare.

Ma per molti giovani questa situazione non è stato un ostacolo bensì un incentivo a continuare a fare del bene per la società. Da poco infatti abbiamo compiuto un anno di Covid in Italia e a questo proposito il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito 28 Attestati d’onore di “Alfiere della Repubblica” a dei giovani che nel 2020 si sono distinti per l’impegno. Le loro azioni coraggiose e solidali, che ci sono note attraverso la loro testimonianza, mostrano il futuro e la speranza che in un anno rimarrà nella storia per i tragici eventi legati alla pandemia. T

ra questi ragazzi ce ne sono quattro che più di tutti mi hanno colpita e mano a mano spiegherò il motivo.

Silvia Artuso è una bambina di soli 9 anni, che grazie alla sua forza, è riuscita a trasmettere speranza ai suoi compagni di classe nei giorni più duri del lockdown, attraverso la lettura quotidiana di un libro a lei caro. Un’impresa che sembra apparentemente banale, ma che invece ha risollevato l’animo di molti suoi compagni e per questo è stata considerata onorevole di ricevere la targhetta di “alfiere della repubblica”.

Ginevra Scudiero, di 17 anni, ha invece partecipato all’organizzazione delle attività della Croce Rossa di Torino, con passione e dedizione, volte a rifornire di pacchi alimentari e farmaci le persone in maggiore difficoltà. Il suo impegno di volontaria infatti è stato particolarmente prezioso per reperire farmaci gratuiti ai malati e agli anziani.

Angelo De Masi di 18 anni, ha prestato aiuto ai compagni in difficoltà con gli strumenti digitali e i mezzi informatici durante il primo lockdown. Grazie ai suoi interventi e alla sua cordiale disponibilità, tanti ragazzi hanno potuto evitare una esclusione dalla didattica a distanza.

Infine c’è Maria Piera Calandra, una ragazza di 16 anni, che durante l’emergenza Covid ha prestato servizio di volontariato. Si è infatti resa disponibile ad ogni attività di assistenza e di supporto in favore delle persone più vulnerabili e la sua gentilezza è stata di conforto per molti.

È emozionante vedere come dei giovani ragazzi non si siano dati per vinti in questa situazione e abbiano sfruttato, chi più e chi meno, le loro potenzialità per poter rendere questa situazione più agevole e meno difficoltosa. Questi ragazzi infatti, nonostante siano così diversi tra di loro e senza conoscersi, hanno compiuto singolarmente delle buone azioni che hanno permesso a molte situazioni di migliorare.

Spero che questo possa essere di spunto a tutti noi giovani che spesso ci facciamo influenzare dalle situazioni e abbiamo paura di perderci.