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Ecologia integrale: la chiave per leggere il mondo e la pandemia

Economia circolare, energie rinnovabili, agricoltura biologica e aree protette sono le principali risorse su cui investire, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno. Per questo con Caritas nasce un rapporto per raccontare l’Italia attraverso le connessioni tra fragilità e risorse, sociali e ambientali e illustrare esperienze innovative che rispondono coniugando i due ambiti. “Le regioni con le maggiori fragilità sociali sono anche quelle con le più significative criticità ambientali, a cominciare dai fenomeni d’illegalità, come la Campania” si legge ne rapporto.

L’ecologia integrale è la chiave per leggere il mondo e la pandemia

Ne sono convinte Caritas Italiana e Legambiente, che hanno presentato online “Territori Civili”. Indicatori, mappe e buone pratiche verso l’ecologia integrale, un rapporto nato per contribuire alla definizione di una visione del futuro da costruire insieme, alla luce delle forti connessioni tra dimensione ambientale, economica e sociale. Vengono utilizzati 70 indicatori, basati non solo sui principali dati statistici disponibili ma anche sulle attività di ricerca svolte da Caritas italiana grazie ai suoi centri di ascolto e da Legambiente, con i suoi rapporti, da quello sull’ecomafia ai comuni ricicloni. Dall’analisi condotta in 12 Comuni emergono invece 36 nuove progettualità in cui i valori sociali e ambientali s’intrecciano, generando nuova economia, circolare e civile.

La crisi socio-ambientale

“Il rapporto Territori Civili intende cogliere e raccontare la dimensione sociale e quella ambientale in modo integrato, mettendo in luce, al contempo, anche le esperienze innovative nate sul territorio in grado di rispondere e coniugare i due ambiti. Un tema, quello dell’interconnessione tra degrado dell’ecosistema e degrado sociale, già nitidamente sottolineato da Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato Si’, pubblicata cinque anni fa –  commenta il presidente Caritas Don Francesco Soddu – “Non esistono due crisi separate, sociale e ambientale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale, per rispondere alla quale serve un approccio integrale, al fine di combattere la povertà e al tempo stesso prendersi cura della natura” (n.139) scriveva Papa Francesco – come ricorda Soddu”.

La sinergia tra Caritas e Legambiente

“Parole che fecero indubbiamente da spartiacque nella consapevolezza delle forti relazioni che esistono tra povertà e questioni ambientali. Secondo l’approccio dell’ecologia integrale, che percepisce come fortemente interconnessi società, economia e ambiente (condividendo in tal senso molti punti con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite) – ha continuato il presidente di Caritas Italia -. Proprio a partire da questi assunti teorici, prende forma lo studio realizzato dalla sinergia tra Caritas Italiana e Legambiente, l’approccio culturale e metodologico della loro ricerca comune. Le situazioni di rischio ambientale, la riduzione della biodiversità, il cambiamento climatico e l’attuale pandemia ci mostrano che siamo tutti nella stessa barca, ma anche che nessuno può salvarsi da solo.

Le due parti del volume

Il volume Territori Civili si divide in due parti. La prima, di taglio quantitativo, approfondisce connessioni e sovrapposizioni tra la dimensione sociale e quella ambientale, analizzando per ciascuna, fragilità e risorse presenti in ogni regione italiana, grazie a 40 indicatori sociali e 30 parametri ambientali. La seconda presenta un’indagine qualitativa realizzata su 12 comuni d’Italia e racconta 36 esperienze, che combinano l’ambito ambientale e quello sociale, valutate in base a 22 parametri. Un patrimonio importante, che racconta, in maniera significativa, la spinta culturale e la visione strategica che attraversa l’Italia da Nord a Sud.

La sfida ambientale del XXI secolo

«Un elemento comune delle esperienze contenute nella ricerca – osserva don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana – è certamente l’attenzione alle problematiche in una visuale unica. C’è infatti bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché – come sottolinea papa Francesco nella Laudato si’ – “ la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti”. Dal racconto di tali esperienze emerge forte proprio la necessità di far convivere negli stessi tavoli di lavoro e di coordinamento attori e idee un tempo lontani, coinvolgendo in modo sempre più massiccio la comunità locale, a diversi livelli: associazioni, comitati di quartiere, chiese locali, singoli cittadini, uniti nello sforzo di rendere la nostra casa comune più accogliente e abitabile per tutti».

Rossella Avella

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