Editoriale

Su quale inciampo il governo potrà cadere

Sono giorni e giorni che i media si esercitano nel descrivere su quale inciampo il governo potrà cadere. È stato affermato con certezza che l’ostacolo del nuovo Mes avrebbe distrutto il ‘Conte bis’, ma coloro che dovevano affondarlo (i dissidenti M5S) si sono guardati bene dal farlo, salvo uno sparutissimo numero di bastian contrari. Gli altri hanno dimostrato che neanche ci pensano ad interrompere la loro esperienza parlamentare, anche alla luce dei non lusinghieri risultati elettorali collezionati nell’ultimo anno e mezzo.

D’altro canto, molte sono le opinioni cambiate nella loro esperienza di maggioranza su  questioni storicamente ostiche per loro; dunque perché non farlo anche per il Mes? Certo alla Camera dei Deputati si sapeva che sarebbe stato meno arduo ottenere la maggioranza, ma penso che anche l’appuntamento al Senato, con qualche patema d’animo in più, non andrà a finire diversamente. Certo i malumori sono tanti, ma sono più tempeste dentro bicchieri che una minaccia seria alla vita del governo.

Ai ‘malpancisti’ grillini, si aggiungono i renziani che in questo governo rinnovano e riesumono a distanza di trenta anni e più, il personaggio craxiano Ghino di Tacco, per far pagare a Conte gabelle per ogni passaggio decisivo governativo. La scena già la vediamo prima che accada: il Presidente del Consiglio lo accontenterà, fino a che alla prossima occasione, si ripeta nuovamente la stessa dinamica e conseguente stessa conclusione.

Altra procellosa situazione riguarda la estenuante pandemia, che in molti sospettano possa essere potenzialmente molto nociva per la tenuta della legislatura. C’è chi accredita l’idea, ventilandolo attraverso i social, che la democrazia italiana si sta piegando ad una sostanziale dittatura, ma questa ipotesi potrà pure avvincere i cittadini già ostili all’Esecutivo per partito preso, e i negazionismi che grossomodo coincidono con i primi, ma penso non la maggioranza delle persone in apprensione per gli effetti del COVID; e che più che preoccuparsi delle misure draconiane necessarie, si preoccupano di un eventuale lassismo. In ogni caso, a far ritenere il governo centrale il male minore, ci pensano gran parte dei ‘governatori’ regionali, che spesso alla buona ed equilibrata gestione delle loro responsabilità nelle attività anti COVID, preferiscono volentieri scaricare il barile sul Roma.

Allora c’è da ritenere che l’alimento del governo venga proprio dalle varie debolezze e cambiamenti che stiamo vivendo, come la gestione conclusiva delle operazioni anti pandemia; e dalla difficoltà nel tenere a bada il numero dei malati con strutture e soluzioni sanitarie che tengano, alla gestione della fase distributiva del vaccino. Il governo trova la sua forza di esistere, forse persino inconsapevolmente, anche dalla necessità grandissima che l’Europa ha di avere al fianco un’Italia amica che l’accompagni nel suo necessario processo evolutivo. Anche la confusione in cui si trovano tutti i partiti, consiglia i cittadini a tenersi stretta l’attuale stabilità. Dunque, se si potessero racchiudere in poche parole la situazione si potrebbe dire così: la minestra non è proprio un granché, ma potrebbe diventare peggiore.

Raffaele Bonanni

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