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“Dopo di noi”, tavolo per modificare il sostegno alla disabilità

A quasi sette anni dalla sua approvazione, la legge sul “dopo di noi” ha bisogno di una revisione. Dal giugno 2016 sono in vigore, infatti, le disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave e prive del sostegno familiare. O che potrebbero essere in futuro prive di tale sostegno. La norma intende favorire il benessere, l’inclusione e l’autonomia delle persone, prive di sostegno familiare, con disabilità grave. Non determinata dal naturale invecchiamento. O da patologie connesse alla senilità.

Dopo di noi

E’ in funzione un fondo apposito da 56,1 milioni di euro annui. Queste risorse finanziarie vengono stanziate con decreto del ministero del lavoro e delle politiche sociali. Per adottare e potenziare programmi di intervento. Con l’obiettivo di favorire percorsi di deistituzionalizzazione. Realizzare interventi innovativi di residenzialità diretti alla creazione di soluzioni alloggiative di tipo familiare o di co-housing. Attuare progetto di permanenza temporanea in abitazioni extrafamiliari. Per far fronte ad eventuali emergenze. E sviluppare programmi di accrescimento della consapevolezza, di abilitazione e di sviluppo delle competenze. Per la gestione della vita quotidiana. E per il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile. La legge sul  “Dopo di noi” prevede anche agevolazioni. E sgravi fiscali per il patrimonio che i genitori decideranno di lasciare in eredità per la cura dei loro figli. Affidandolo ai parenti, ad enti o ad Onlus.

Revisione

Il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli ha replicato alle recenti osservazioni della Corte dei ContiSecondo l’esecutivo la legge 112 del 2016 (ossia il “dopo di noi”) è “uno strumento utile e innovativo”. E “ha permesso l’avvio di numerosi progetti ed esperienze di vita autonoma sul nostro territorio”. Tante persone con disabilità e le loro famiglie hanno scelto di costruire un progetto di vita. E di finanziarlo attraverso la ricomposizione delle risorse. “Capisco i rilievi fatti dalla Corte dei Conti- sottolinea la titolare del dicastero- Ma non stiamo parlando di una semplice misura che mette a disposizione risorse. Perché non è cosi. Si tratta invece della promozione di un percorso di vita. Ciò  richiede lo sforzo e le energie delle famiglie. E dei soggetti che rappresentano la parte sociale e sanitaria. Per la progettazione. E per il budget di progetto”.

Accompagnamento

“La legge 112 del 2016 è uno strumento pro attivo – puntualizza Alessandra Locatelli– La norma nel tempo ha iniziato a modificare la prospettiva sull’accompagnamento alla vita adulta. Per le persone con disabilità grave. E si avvale del progetto di vita per garantire ad ogni singolo individuo la realizzazione di un percorso personalizzato“. Il governo non nega che esistano criticità nella rendicontazione. E nel monitoraggio delle risorse del “Fondo Dopo di noi“. Questi nodi, evidenzia la responsabile delle politiche per le disabilità, “ci sono note”. E “ci attiveremo per sostenere i territori. Nella promozione e nella gestione dei percorsi abitativi e dei progetti stessi”. Per questa ragione l’esecutivo ha adeciso di istituire un Tavolo di confronto.

Tavolo di confronto

L’iniziativa partirà nelle prossime settimane. E vedrà la partecipazione di tutti i principali soggetti coinvolti nell’attuazione della norma. Oltre al tema del monitoraggio il ministro ritiene sia arrivato il momento di “riflettere su possibili proposte di assestamento della legge“. Per promuovere percorsi di vita autonoma “durante e dopo di noi”. Ampliandone le maglie e i requisiti di accesso. A partire dall’analisi delle diverse esperienze maturate nel tempo sui territori. Immaginando anche percorsi sperimentali. Come per esempio è stato fatto da Regione Lombardia con le persone che hanno un disturbo dello spettro autistico. “In linea con la Legge delega sulla disabilità e con quanto previsto dal Pnnr – puntualizza Alessandra Locatelli – l’obiettivo è conseguire una gestione più efficiente delle risorse. Con una migliore programmazione e verifica dei risultati. Sempre nell’ottica di sostenere concretamente le persone con disabilità. E migliorarne la qualità di vita“.
Giacomo Galeazzi

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