La disabilità è una condizione di difficoltà che la pandemia ha aggravato. Papa Francesco ha in varie occasioni sottolineato quanto la crisi Covid costituisca un ostacolo ulteriore per i più fragili. Scuola e inclusione sono le due realtà che hanno visto intrecciarsi in questo biennio di emergenza sanitaria le storie di ragazze con e senza disabilità. Sono le studentesse protagoniste di una ricerca nazionale.
Terminata la “dad” (didattica a distanza) come hanno trascorso i pomeriggi le adolescenti durante il lockdown? Quali sensazioni e sentimenti hanno attraversato le loro giornate? E per le ragazze con disabilità quali conseguenze hanno avuto la pandemia e l’isolamento? Sono alcune domande a cui ha provato a dare risposta il progetto “Distanti ma… vicine o lontane?”. Al quale ha partecipato anche la scuola superiore “Ist.Pertini” di Cagliari, l’istituto professionale per i servizi sociali. Il progetto è stato promosso da LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità. Con il partenariato di FISH Federazione Superamento HandicaDisap Calabria. E ABC Associazione Bambini Cerebrolesi Sardegna. Con la la consulenza scientifica dell’Università Bicocca di Milano.
“Tre scuole apparentemente così distanti, un’unica voce– osserva Francesca Palmas Centro Studi ABC Sardegna – a dimostrare il fatto che in fondo non siamo così lontani. E il sentire delle nostre studentesse e studenti va ascoltato sempre” Il progetto ha sviluppato un percorso di ricerca-azione sociale nel corso dell’anno scolastico 2020/2021. All’interno di tre scuole superiori. L’Istituto di istruzione Carlo Emilio Gadda di Paderno Dugnano (Milano). L’Istituto professionale per i servizi sociali Sandro Pertini di Cagliari. Il Liceo ginnasio statale Francesco Fiorentino di Lamezia Terme. Protagoniste della ricerca, nelle vesti di ricercatrici-intervistatrici, sono state le studentesse con e senza disabilità. Le ragazze frequentavano le classi IV e V. Scuola e inclusione, quindi.
“La parola alle ragazze” è il titolo del webinar che si è svolto online. E completamente gratuito. Durante il quale sono stati restituiti agli “stakeholders” i risultati. Le analisi. E le riflessioni emerse dalla ricerca. L’incontro è stato un’occasione preziosa per ascoltare la voce di una fetta di popolazione cui è stata data pochissima attenzione durante il periodo della pandemia. E che ha pagato un prezzo estremamente elevato in termini di disagio. In particolare per il senso di vuoto. La mancanza di relazioni extra-familiari causate dal lockdown. E la situazione di isolamento sociale.
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