Beccegato (Caritas): “Ecco la reale situazione in Afghanistan”

Beccegato: "Caritas Italiana rimarca la volontà di non abbandonare il popolo afghano nei momenti difficili, né oggi né in futuro"

“Le nostre informazioni sul campo sono sostanzialmente di una chiusura della gran parte dei servizi sociali e delle onlus che si occupano in loco della tutela dei diritti delle persone. Chiusura che però non è stata né repentina né brusca, perché permane una situazione di incertezza legata alla verifica delle reali intenzioni dei nuovi governanti dell’Afghanistan [i talebani, ndr]”. Lo dice in esclusiva a In Terris il dottor Paolo Beccegato, vicedirettore vicario di Caritas Italiana.

“Sostanzialmente, alcune strutture sono ancora operative; però stanno per chiudere tutte, in attesa del dialogo con le istituzioni e dei loro progetti verso le onlus locali anche nel medio e lungo periodo, non solo per i prossimi giorni”.

La Caritas per le realtà locali

“Ci sarà un dialogo continuo, anche da lontano, per verificare l’opportunità o meno di ripartire con i servizi. La Caritas non ha una sede propria in Afghanistan. Ma supporta una miriade di realtà locali piccole e medio grandi. Realtà che conosciamo e con le quali collaboriamo da decenni, dal 1990 per l’esattezza. Dopo il 2001, inoltre, questa operatività è molto aumentata. Negli anni, abbiamo costruito quattro scuole aperte anche alle ragazze, abbiamo ricostruito 100 abitazioni tradizionali in due distinte province dell’Afghanistan e finanziato numerosi altri progetti. Sempre lavorando fianco a fianco con le organizzazioni locali, alcune piccole, altre medio-grandi”.

“Abbiamo inoltre collaborato con degli espatriati che hanno vissuto in Afghanistan per anni e che ci hanno permesso di conoscere bene il territorio. Il partenariato con le realtà locali è stata una scelta vincente perché valorizzando le realtà locali, facendole crescere, aiutandole verso l’autonomia…diventano più forti e stabili anche nel lungo periodo”.

Società civile locale attenta ai bisogni dei più poveri

“Grazie anche all’opera di supporto di Caritas Italiana, in diverse province si è creata una società civile locale molto attenta ai bisogni dei più poveri. Per esempio, abbiamo valorizzato e sostenuto delle associazioni di mamme che, preoccupate del futuro e del sostentamento dei loro figli disabili, si sono unite insieme in un’associazione e, con noi, hanno potuto creare un servizio diurno per bambini disabili”.

“La cosa che adesso preoccupa tantissimo è la possibilità o meno di continuare a sostenere queste onlus locali – o più propriamente “società civile organizzata” – affinché possano continuare a lavorare per la tutela delle persone: malati, anziani, poveri, disabili nonché per l’istruzione femminile e la salvaguardia delle minoranze religiose. Belle realtà che negli anni sono cresciute molto anche numericamente e moltiplicando gli ambiti di intervento ma che ora sono preoccupatissime di non venire riconosciute e – praticamente – di dover chiudere definitivamente”.

Onlus a rischio chiusura?

“Questo accadrebbe nel momento in cui il nuovo Governo non dovesse riconoscere l’importanza sociale di tali iniziative o non condividesse le finalità di aiuto (senza scopo di lucro) alle fasce deboli della società. Oppure se volesse ripristinare – come negli anni ’90 – un governo centralista, che non favorirebbe le spinte dal basso. Queste sono le principali preoccupazioni che abbiamo relativamente ai nuovi sconvolgimenti politici avvenuti in Afghanistan in pochi giorni”.

“Siamo in definitiva in stend by – come il resto del mondo – per capire in che direzione si muoverà questo nuovo Governo. Ciò nonostante, vorremmo mantenere un filo rosso vivo con dei servizi essenziali attivi al fine di far vedere ai nuovi governanti la bontà e l’importanza sul campo di questi progetti. Non so se ce la faremo”.

Caritas: “In primis è tutelare la vita degli operatori”

“Al momento la cosa fondamentale e prioritaria è tutelare la vita degli operatori che, è giusto sottolinearlo, non sembrerebbero in pericolo neppure a Kabul: queste realtà sociali ad oggi non sembra siano un target”.

“Indipendentemente dall’evolversi degli eventi, speriamo in positivo, Caritas Italiana rimarca la volontà di non abbandonare il popolo afghano nei momenti difficili, né oggi né in futuro”.