“In questa situazione di emergenza sanitaria e sociale serve tutto. E sapere di poter contare, almeno in parte, su un bisogno fondamentale come il cibo, è un punto di partenza“, afferma a Interris. it Giovanni Bruno, presidente Fondazione Banco Alimentare Onlus.
Afferma Giovanni Bruno a Interris.it: “Per questo, seppur in una circostanza complicata, proponiamo ancora una volta la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. C si terrà come sempre l’ultimo sabato di novembre, il 28. Sarà in modalità nuova, ‘dematerializzata’. Per rispettare tutte le norme. E per contribuire a tutelare la salute di tutti. Si potranno acquistare alle casse dei supermercati delle card del valore di 2, 5 o 10 euro. Che saranno trasformate in cibo. E distribuite su tutto il territorio nazionale. Per cercare di rispondere sempre più al crescente bisogno”.
“Il bisogno cresce. E crescerà certamente nelle prossime settimane. Chi ha cercato di resistere, dando fondo per esempio ai risparmi, di fronte a questa nuova ondata non solo si trova ancora più in difficoltà economica ma anche sempre più prostrato psicologicamente”.
“Adesso, come all’inizio della pandemia, non è cambiato e non cambia nulla per noi, in tutta Italia. Cerchiamo di recuperare ogni giorno il più possibile. E, rispettando scrupolosamente tutte le norme di sicurezza dettate dalle autorità, ridistribuiamo quanto raccolto. E quanto messo a disposizione dai programmi europei e nazionali. Per fortuna potenziati, di aiuto a chi è in difficoltà”.
“Per ora, con la proroga del blocco dei licenziamenti, più esposti restano coloro già messi a dura prova all’inizio della pandemia. E cioè lavoratori precari, autonomi, lavoratori del settore alberghiero, della ristorazione, dello spettacolo, eccetera. I problemi cresceranno al venir meno del blocco dei licenziamenti. E con il prosieguo dei rallentamenti imposti dal Covid”.
“Cresce il bisogno sempre più a 360 gradi. Alla povertà materiale si aggiunge il bisogno educativo. Ancora in questa seconda ondata chi ha meno avrà anche meno possibilità, per esempio, di partecipare alla didattica a distanza. Che in tante realtà si sta ricominciando ad attuare. Crescerà l’isolamento e il timore, e, lo abbiamo già visto, in alcuni la rabbia. Ognuno di noi è perciò richiamato a fare il massimo nel suo ambito e contribuire con gesti di solidarietà”.
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