La povertà morde i figli d'Italia

La povertà è un dramma che riguarda soltanto le persone che vivono in terre lontane? Nient'affatto. Quasi un milione e 300mila bambini italiani conoscono la povertà assoluta, ovvero il 12,5% del totale, oltre uno su dieci. L'istantanea è stata scattata dal rapporto di Save the Children dal titolo “Nuotare contro corrente. Povertà educativa e resilienza in Italia”, diffuso per il lancio della campagna Illuminiamo il Futuro.

Disagio familiare e resilienza

Povertà, materiale e culturale, che spesso si accompagna al disagio familiare. Save The Children denuncia che i quindicenni che vivono in famiglie disagiate hanno quasi cinque volte in più la probabilità di non superare il livello minimo di competenze sia in matematica che in lettura rispetto ai loro coetanei che vivono in famiglie più benestanti. Ci sono, tuttavia delle eccezioni, i cosiddetti “relisienti”, coloro che raggiungono ottimi livelli di apprendimento anche provenendo da famiglie in difficoltà. Nelle regioni del nord più di un minore su tre è resiliente, arrivando quasi a uno su due in Veneto e in Lombardia. Al Centro tra il 20% e il 30% mentre al Sud e nelle Isole cala sotto la soglia di uno su cinque, con Calabria e Sicilia in fondo alla classifica.

La resilienza è ostacolata da ambienti ad alto tasso di criminalità, dove i ragazzi che riescono ad emanciparsi raggiungendo ottimi livelli di apprendimento si riducono tra il 30 e il 70 per cento. E' anche per questo che nel nostro Paese, secondo i dati, un quindicenne su cinque non raggiunge le competenze minime in lettura e in matematica; quasi il 14% dei ragazzi abbandona gli studi prima del tempo.

“Un Paese vietato ai minori”

“L'Italia è un Paese vietato ai minori, dove assistiamo all'abbandono e al degrado in cui versano tantissimi spazi pubblici, che invece potrebbero fare la differenza ed essere utilizzati dai bambini e dai ragazzi che vivono in contesti svantaggiati per svolgere attività sportive, artistiche e culturali”, dice Valerio Neri, direttore generale di Save the Children. “Dobbiamo fare di tutto per restituire ai minori questi luoghi e per incentivare la loro capacità di resilienza, la loro volontà e determinazione a nuotare contro corrente e a spezzare così finalmente il circolo vizioso della povertà”.