Cittadinanza italiana: sarà più difficile prenderla?

L'Istat rileva che nel 2016 gli stranieri che sono riusciti ad ottenere la cittadinanza italiana sono stati 202mila. Una crescita esponenziale in pochi anni: nel 2011 erano meno di 50mila. Per questo dal 2015 – come dichiarato in diverse occasioni dall'attuale ministro dell'Interno, Matteo Salvini – l'Italia si è guadagnata il record europeo di concessioni di nuove cittadinanze agli stranieri. E' forse questo dato ad aver spinto gli esponenti del Carroccio in Senato a presentare un disegno di legge che si pone l'obiettivo di fissare un “esame di naturalizzazione” per diventare italiani. Un modo per rendere l'acquisizione della cittadinanza la fine di un percorso di autentica integrazione.

Come riferisce Il Giornale, ora che lo Ius soli, al centro del dibattito politico durante la fine della scorsa legislatura, “è sparito dai radar di democratici e progressisti, la Lega accelera in senso opposto per modificare la legislazione vigente“. Il disegno di legge 718, titolato “disposizioni concernenti l’introduzione di un esame di naturalizzazione per gli stranieri e gli apolidi che richiedono la cittadinanza” – scrive ancora Il Giornale – prevede l’introduzione non solo di un esame di lingua italiana, ma anche di cultura generale, storia, usi e costumi locali della comunità regionale nella quale lo straniero sarà ospitato. L'immigrato andrebbe dunque sui banchi di scuola. “La cittadinanza – si legge nel documento – dovrebbe essere la conclusione di un processo che porta lo straniero a una perfetta integrazione con il territorio e con i cittadini e non un semplice atto amministrativo slegato totalmente dal contesto sociale”. Lo scopo, “non è un ulteriore aggravio delle procedure”, precisa il testo, ma “un invito all’immigrato ad approfondire la conoscenza del nostro Paese” per evitare “ghettizzazioni che possono portare a disagi e, in alcuni casi, a fenomeni di devianza”.

Ma quella di obbligare chi richiede la cittadinanza ad effettuare un test non sarebbe una novità in senso assoluto. All'estero si tratta di una prassi consolidata. In Gran Bretagna esiste il cosiddetto “test di naturalizzazione” dal novembre 2005, che comprende “una prova di lingua inglese, la conoscenza del funzionamento delle istituzioni britanniche e della democrazia parlamentare, la storia del Regno Unito e lo studio dei diritti e i doveri dei cittadini”. Anche Negli Stati Uniti, per ottenere la cittadinanza il richiedente, oltre al “possesso di buoni requisiti morali” e all’assenza di precedenti penali, deve superare un esame di lingua inglese e dimostrare di conoscere la storia del Paese e le sue istituzioni. I leghisti puntano così ad arrivare a un “allineamento dell’Italia ai parametri internazionali” per chi chiede la cittadinanza, secondo “un’impostazione universalmente condivisa”.