Scuole paritarie, ora è allarme rosso: senza interventi si chiude

Le scuole paritarie si trovano in grosse difficoltà economiche a causa degli elevati costi da sostenere, e si trovano così proprio perché, con la sospensione dei corsi dovuta all’emergenza coronavirus, molte famiglie non hanno più pagato le rette mensili o hanno chiesto una riduzione della medesima. Non dobbiamo scordarci che le scuole paritarie, al fianco delle statali, offrono un servizio fondamentale per il sistema nazionale d’istruzione e per l’offerta formativa. Senza le scuole paritarie il Paese rischia di perdere un pezzo della propria identità popolare, una risorsa sociale preziosa e indispensabile. In nessuno dei decreti emanati fino ad oggi, vi sono norme adeguate atte a sostenere dal punto di vista economico gli sforzi che le paritarie stanno affrontando durante questa emergenza. Trovo, per questo, il trattamento riservato dal Governo alle scuole paritarie molto grave e privo di logica in un paese di ispirazione liberal-cristiano-democratica come l’Italia. Il sistema educativo di istruzione e formazione accoglie in Italia circa 7,5 milioni di alunni di cui quasi 900 mila nelle scuole paritarie, di questi il 70% circa sono della scuola dell’infanzia; nelle scuole paritarie lavorano inoltre più di 150 mila tra docenti e personale.

Cifre irrisorie

Gli aiuti che sono arrivati dallo Stato non bastano a tutelare la categoria, cifre da ritenere irrisorie, che poco potranno fare per salvare questa importante realtà italiana. Lo stesso Decreto Rilancio, per il 2020, incrementa di oltre 370 milioni di euro i fondi per il funzionamento delle istituzioni scolastiche e istituisce un fondo per l’emergenza epidemiologica da Covid-19 di 1 miliardo per gli anni 2020-21 per le sole scuole statali. Per le paritarie, invece, il Governo ha incrementato il fondo per l’anno 2020 di soli 15 milioni di euro, stanziando poco più di 120 milioni, in gran parte destinati alle sole scuole dell’infanzia. Insomma solo poche briciole vista la mole dell’intervento a sostegno che risulta necessario e vitale.

Un servizio fondamentale

Se il Governo non interviene si fa, quindi, sempre più vicina la terribile ipotesi che almeno il 30% delle scuole paritarie chiuda perché non più in grado di sostenere le spese e di pagare i dipendenti, con la conseguenza che molti bambini rischieranno di non avere accesso all’istruzione di base, senza dimenticare i licenziamenti di massa sempre più concreti. Ad oggi i pochi soldi destinati alle paritarie saranno riservati in gran parte alle sole scuole materne sulla base del solo numero di bambini iscritti, senza considerare il valore sociale del servizio svolto nelle comunità come dovrebbe fare un buon Governo vicino alla gente: penso, ad esempio, a quelle piccole comunità dove le scuole paritarie svolgono servizi fondamentali e di sussidiarietà. Oltre al fatto che per i restanti ordini di scuola nulla è stato previsto nei tre Decreti varati del Governo.

Scuole paritarie: una questione etica

Per questo mi chiedo che ne sarà poi di tutta quella fascia di studenti che fino ad oggi era iscritta in questi istituti? Come lo stato sopperirà al servizio socio-educativo, oggi fornito dalle scuole paritarie, se queste sono costrette a chiudere? Che ne sarà dei lavoratori e delle loro famiglie senza più un’occupazione? Non è questo il compito della politica e delle istituzioni, non è eticamente giusto abbandonare in questa maniera così scellerata una realtà così fortemente consolidata, non si può perdere tutto questo per il bene dei bambini, ragazzi e lavoratori che si affidano da molti anni a queste strutture.

Dal rischio al possibile dramma

Il rischio di perdere questo servizio reso alla comunità è sempre più concreto e potrebbe diventare addirittura drammatico per tutti, disperdendo quel patrimonio ingente di passione educativa, competenza, servizi alla famiglia e alla comunità, perché l’estinzione delle scuole libere provocherebbe una profondissima perdita nel tessuto sociale e istituzionale del paese, gravissima in termini di identità popolare. Solo per questi motivi il Presidente Conte ha il dovere morale di rivedere le somme messe a disposizione per le scuole paritarie accogliendo nel D.L. rilancio la richiesta che arriva dal gruppo Popolo Protagonista e dagli altri gruppi di maggioranza e opposizione, al fine di non demolire ciò che di buono hanno costruito le generazioni passate.

Gli aiuti economici per le scuole servono non solo per il sostegno ai docenti e alle famiglie, ma soprattutto per riorganizzare gli spazi e le attività didattiche per essere pronti in una eventuale seconda ondata del virus. Uno Stato che guarda al domani, deve essere pronto con nuovi spazi, che permettano il giusto distanziamento fisico, e regole comportamentali anche nelle classi, al fine di evitare il ripetersi di dolorose chiusure. Mi auguro che questa volta il Governo, invece di alzare muri, costruisca un dialogo costruttivo con il Parlamento nell’interesse dei cittadini italiani.