Le scelte che farà l’Europa sui vaccini

Stiamo entrando in una nuova fase. Le parole della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, confermano che L’Europa sta puntando su una certa tipologia di vaccini, ossia quelli mRna perché ritenuti, allo stato attuale, più affidabili. Attenzione. Non solo più affidabili gli stessi vaccini, ma anche le società che li producono che, a fronte di una serie di ritardi iniziali, stanno provvedendo alla produzione e consegna delle dosi. Questo è dovuto anche alle difficoltà riscontrate da Astrazeneca e dalle recenti difficoltà della Johnson&Johnson, sospeso dopo la decisione dell’America, in seguito ai casi di trombosi che si sono verificati.

Queste modifiche in corso di opera stanno provocando una serie di effetti nella popolazione. L’Europa si trova oggi a fare una scelta forte, sembrerebbe che dal 2022 alcuni vaccini come Astrazeneca e Johnson&Johnson non saranno inclusi negli accordi, ricordiamo che questi sono a vettore virale, categoria a cui appartiene anche Sputnik. Un’altra differenza tra questi vaccini e quelli Pfizer e Moderna è anche il costo: i primi sono più economici. Non più tanti vaccini, ma solo alcuni: la scelta non sarà più quella di spendere meno.

E’ una decisione importante che serve all’Europa per “salvare la faccia” sulla campagna vaccinale ed escludere dal mercato quelle aziende di cui si ha il sospetto che non abbiamo la capacità di garantire i vaccini a tutto il mondo. Non ci si vuole più trovare nella situazione dei primi mesi dove le difficoltà di approvvigionamento hanno causato anche un danno d’immagine, forse difficilmente recuperabile dall’Europa. Il tema dei vaccini è una questione sanitaria, ma inevitabilmente coinvolge la sfera economica e geopolitica. In questo momento l’Europa vede in Pfizer, in primis, e poi in Moderna le uniche aziende affidabili.

Stiamo quindi entrando in quella che si può definire seconda fase, in vista di una terza: quella in cui l’Europa punterà ad aumentare sul proprio suolo la produzione di vaccini, magari conto terzi, probabilmente Pfizer farà degli accordi con i vari Stati per consentire la produzione del suo vaccino in stabilimenti di altre compagnie, in modo da aumentare la capacità produttiva. Ci auguriamo che i vaccini di Astrazeneca e Johnson&Johnson, con le opportune condizioni e accortezze, non vengano buttati, ma che siano utilizzati per aiutare anche altri Paesi che magari non possono comprare quelli più costosi.

Mi sembra che anche l’opinione pubblica, ormai, sia scettica nei confronti di alcuni vaccini che, comunque, i benefici superano i rischi. Questo faciliterà il compito dei governi di poter dire da ora in poi faremo solo queste tipologie di vaccini. I ripensamenti, i cambi in corsa non hanno aiutato, sicuramente il disastro comunicativo c’è stato, è inutile negarlo.