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VENERDI 20 MAGGIO 2022 | SAN BERNARDINO DA SIENA
Aggiornato: 07:47
Home Intervento Perché è necessario che il governo preveda il Bonus psicologo
  • Intervento

Perché è necessario che il governo preveda il Bonus psicologo

da
Prof. Alfredo Altomonte
-
ULTIMO AGGIORNAMENTO 0:03 Febbraio 15, 2022
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    Il Bonus psicologo (o Bonus salute mentale) non è stato inserito nella Legge di Bilancio 2022, nonostante la misura fosse stata approvata e sostenuta da tutti i partiti. La decisione ha innescato le proteste e su change.org è stata pubblicata anche una petizione per chiedere all’esecutivo di mantenere la promessa e di inserire l’agevolazione nel primo provvedimento utile. Il Bonus prevedeva 50 milioni di euro. L’obiettivo? Aiutare economicamente le persone che decidono di rivolgersi a uno psicologo, uno psicanalista, uno psichiatra o uno psicoterapeuta. La proposta bipartisan è stata appoggiata pubblicamente da tutti i principali gruppi parlamentari. Ma non ha poi trovato spazio nella Legge di Bilancio.

    È noto come l’impatto del Covid-19 sulla salute mentale sia stato enorme, a tutti i livelli e in riferimento a tutte le fasce d’età. I servizi di supporto psicologico si sono svolti anche in modalità on line per rispettare il distanziamento e le norme. Tristezza, tensione, ansia, paura, stress, disturbi del comportamento alimentare, sindrome della capanna, problemi relazionali con gli altri, apatia, fobia sociale e quant’altro tra le reazioni che hanno coinvolto tutti, in particolare la fascia giovanile.

    In Italia nel 2021 c’è stato un aumento del 66% secondo i dati di Telefono Amico. Nei primi sei mesi del 2021 le persone con idee suicidarie che hanno chiesto aiuto sono state quasi il triplo rispetto alle segnalazioni del periodo pre-Covid, il 50% in più rispetto agli stessi mesi del 2020. In totale le chiamate (non solo quelle legate al suicidio) sono salite del 70%. Le richieste d’aiuto, infine, sono arrivate per la maggior parte da donne e da giovani. V’è un malessere profondo. La società italiana ne è colpita ed emerge una fatica ad essere curato, in alcuni casi ad essere visto.

    In tal senso, in uno stato civile e umano, il sostegno economico per la salute, in particolare per quella mentale, dovrebbe essere un dato di realtà non un oggetto di discussione. Invece così non è. La problematica è importante in quanto andare ad una seduta di terapia significa fare rinunce importanti, anche a livello economico, nella vita quotidiana. E a quel punto invece che diminuire i problemi aumentano.

    Il Bonus Salute Mentale sarebbe stata un’importante agevolazione pensata soprattutto per chi non può permettersi di pagare un’ora di terapia che in media costa 67 euro, pari a una giornata e mezza di lavoro di una paga standard. Certo, esistono sono i servizi gratuiti, i consultori e altre agenzie che svolgono un servizio prezioso, tuttavia, la domanda supera la possibilità di risposta e le liste d’attesa divengono papiri che a volte rischiano di condurre ad interventi tardivi.

    La malattia mentale a volte è invisibile ma è tra le più nocive e invalidanti. C’è troppa superficialità. Regna un pressappochismo che genera brividi. Se penso ai tanti pazienti che incontro in Asl, ringrazio il cielo di poterli aiutare ma la sensazione è di essere sempre “debitore” di tempo per chi attende. Un senso di colpa quasi… che non dovrei avere e che pure sento perché la sofferenza dell’altro diventa la mia sofferenza in un popolo minimamente empatico e proteso all’altro.

    Quale ostacolo ha impedito l’approvazione del Bonus? La misura ha trovato le porte sbarrate nel passaggio decisivo del testo in Senato per “mancanza di copertura”. Nel complesso, infatti, sarebbero serviti 50 milioni di euro (15 per il primo sostegno, 35 per il secondo), ma questi fondi non sono stati stanziati. Ripeto, per “mancanza di copertura”. Continuo ad essere basito dinanzi a tali notizie. Aderisco a petizioni, parlo con colleghi, parlo soprattutto con le persone che avrebbero bisogno e mi sento sgomento. Si potrebbe pensare che da psicologi è ovvio scrivere quanto riportato nel presente articolo.

    Vi dico, no. Non è ovvio. È doveroso. Bisogna spendersi per la gratuità dell’intervento in materia di salute mentale. La sfera mentale e quella emotiva muovono le corde delle nostre vite. Eppure, sapere questo non basta ancora per avere una “copertura” nel bilancio.

    Se queste righe possono, nel loro piccolo, rilanciare l’importanza del servizio da parte dello Stato a chi soffre, sono contento. Ciò che veramente mi piacerebbe è che, anche solo un politico dinanzi alle continue reazioni in merito al mancato Bonus Psicologo, possa assumere un impegno serio. A livello nazionale, non solo locale e regionale.

    La salute mentale “non conosce” e “non può conoscere” alcuna regione geografica. La salute mentale è un bene della comunità. Una speranza della e per la collettività. Ancora una volta non rimaniamo sordi al grido di chi ha bisogno e non può permettersi di essere curato. È un diritto, non un’opzione. E il nostro è uno Stato di Diritto. Qualcuno esca dal letargo. Chieda scusa. E passi ai fatti. Non sarebbe un eroe ma colui che, con dovere morale, favorisce un diritto universale dell’essere umano. Il diritto di essere curato. Forse qualcuno che ci governa dovrebbe riflettere umilmente e in silenzio sulle parole dell’indimenticabile Battiato nel suo capolavoro “La cura”:

    «[…] Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto
    Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono
    Supererò le correnti gravitazionali
    Lo spazio e la luce per non farti invecchiare
    Ti salverò da ogni malinconia
    Perché sei un essere speciale
    Ed io avrò cura di te
    Io sì, che avrò cura di te.»

    Forse questo linguaggio non rientra in quello “politichese” ma certamente in quello della politica sì. “Onore ed oneri”, sono parole di politici veri e di uomini seri che il nostro Paese ha conosciuto e conosce tuttora. L’onere di curare è direttamente proporzionale all’onore di farlo. Perché in ogni polis che si rispetti, l’attenzione all’umano anticipa ogni necessità. Uno Stato serio e attento dovrebbe dire con vigore ad ogni cittadino: “Sei un essere speciale. Ed io, Stato, avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te”. Speriamo che non sia solo un sogno e che il letargo di molti finisca presto. La cura della salute mentale è un onere di cui farsi carico; potersi prendere cura dei propri cittadini sia un onore per ogni governatore e per ognuno di noi!

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