Intervento

Il mercato del lavoro rallenta: ecco chi sono i più colpiti

Situazione stabile per l’occupazione in Italia a Luglio 2022. Dopo una lieve crescita registrata a giugno, il numero di occupati rimane stabile sopra i 23,2 milioni. Rispetto a Luglio 2021, la crescita di oltre 460.000 occupati è determinata prevalentemente dai dipendenti che, a Luglio 2022, ammontano a oltre 18.200.000. La componente a termine, in particolare, raggiunge il valore più alto dal 1977, primo anno della serie storica.

A Luglio 2022, il tasso di occupazione scende al 60,3 %, ovvero -0,1 punti rispetto a Giugno 2022. L’occupazione cala di 22.000 unità, tra le femmine, i dipendenti permanenti, gli autonomi e tutte le classi d’età, con l’eccezione dei maggiori di 50 anni tra i quali cresce. Trend positivo che si registra anche tra i maschi e i dipendenti a termine. Confrontando il trimestre Maggio 2022 – Luglio 2022 con quello precedente (Febbraio 2022 – Aprile 2022), si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,6%, per un totale di 140.000 occupati in più

Vediamo i dati nel dettaglio per fasce d’età:

  • tra i 15 e i 24 anni gli occupati sono 1.178.000 a Luglio 2022, ovvero -7.000 (-0,6%) rispetto a Giugno 2022. Rispetto, invece, a Luglio 2021 l’occupazione è salita di +12,6 punti in percentuale;
  • tra i 25 e i 34 anni gli occupati sono 4.072.000 a Luglio 2022, quindi -61.000 (-2,1%) rispetto a Giugno 2022. Rispetto, invece, a Luglio 2021 l’occupazione è salita di 1,2 punti in percentuale;
  • tra i 35 e i 49 anni a Luglio 2022, gli occupati sono 8.855.000, ovvero – 11.000 (-0,1%) rispetto a Giugno 2022. Il dato è di 0,7 punti percentuali in meno, invece, rispetto a Luglio 2021;
  • tra i 50 anni e più, gli occupati sono 9.100.000 a Luglio 2022, ovvero 57.000 in più (+0,6%) rispetto a Giugno 2022. Il dato è pari a più 3,9 punti in percentuale rispetto a Luglio 2021.

Infine, distinguendo per sesso, il tasso di occupazione di Luglio 2022 è pari a:

  • 69,5% negli uomini, uguale rispetto a Giugno 2022 e +1,8% rispetto a Luglio 2021;
  • 51,2% per le donne, +0,2% rispetto a Giugno 2022 e +1,5 % rispetto a Luglio 2021.

A Luglio 2022, il calo congiunturale degli occupati è il risultato dell’aumento dei dipendenti a termine (+0,4%) e della diminuzione dei dipendenti permanenti (-0,2%) e degli autonomi (-0,2%). Nell’arco dei 12 mesi, comunque, l’occupazione risulta in crescita grazie ai dipendenti permanenti (+1,5%) e soprattutto, a termine (+7,9%). Risultano lievemente in crescita anche gli autonomi (+0,2%).

Dopo aver ripreso i dati delle fonti statistiche ufficiali, è il momento di tentare qualche considerazione. La fase che sta attraversando il paese è molto difficile per tanti motivi: la crisi energetica che sta mettendo in ginocchio le famiglie e le imprese, non tanto, almeno fino ad ora, per i problemi dell’approvvigionamento (che non è mancato fino ad ora anche per l’individuazione di nuovi fornitori che ci hanno consentito, in pochi mesi, di dimezzare l’utilizzo del gas russo). Ma questa condizione potrebbe mutare radicalmente in seguito ad un blocco del Cremlino alle forniture.

Vi è poi la questione dei costi dell’energia che fa saltare i bilanci delle aziende e delle famiglie e produce, a sua volta, un’inflazione crescente che distrugge man mano il potere d’acquisto delle persone. In più l’Italia è un’auto col motore in folle: il governo è in carica per l’ordinaria amministrazione (anche se non si sottrae ad una interpretazione estensiva del mandato) e solo dal 15 ottobre si comincerà a distribuire le carte per la prossima legislatura. Tutto ciò premesso, l’occupazione non sembra aver risentito più di tanto gli effetti di questa fosca prospettiva che potrebbe essere ben più grave della recessione. Certo, le valutazioni si faranno più precise quando si conosceranno i dati del ricorso alla cig, che non incidono sul numero degli occupati, ma risuonano come annuncio di processi più gravi. Peraltro le statistiche sull’occupazione del mese di luglio evidenziano qualche segnale di rallentamento, sia pure modesto.

Il calo degli occupati è determinato da una riduzione di 24 mila unità tra i permanenti (legata a crescita cassa integrazione?) e di 11 mila tra gli autonomi, crescono solo gli occupati a termine di 13 mila unità. Mentre su base annua gli occupati permanenti crescono di 222 mila unità (+1,5%) e quelli a termine di 232 mila (+7,9%) e sono stabili gli autonomi. In sintesi, commenta un esperto come Francesco Seghezzi di Adapt, ci sono segnali di rallentamento nel mercato del lavoro che colpiscono donne e giovani, soprattutto con contratti a tempo indeterminato (è probabile tuttavia una crescita della cassa integrazione). Ma prima di trarre delle conclusioni definitiva Seghezzi suggerisce di attendere i dati di agosto-settembre.

Giuliano Cazzola

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