L’amianto torna legale negli Usa: una scelleratezza?

Fa discutere la decisione del presidente statunitense Donald Trump di allentare le restrizioni all’uso di amianto che, prima di essere messo al bando da mezzo mondo, era largamente utilizzato come materiale di rivestimento da esterni e interni per le sue potenzialità ignifughe e coibentanti. Negli Stati Uniti l’asbesto, denominazione chimica del più noto amianto, non è stato mai del tutto vietato, sebbene la maggior parte delle aziende produttrici locali siano finite in bancarotta a seguito dei risarcimenti miliardari a cui sono state obbligate dalle cause legali intentate nei loro confronti. Oggi, il grosso dell’amianto è importato da Canada e Russia, essendo quest’ultima detentrice del poco invidiabile primato di primo produttore mondiale.

Durante il suo mandato, il presidente Obama aveva riformato in senso restrittivo una legge federale degli anni ’70 che regolava l’uso di sostanze tossiche, ad integrazione delle varie legislazioni statali che prevedono divieti generalizzati ma differenti per ambiti applicativi e per tenore. Con il presidente Trump il passato potrebbe adesso tornare futuribile, dopo che l’Epa, l’Agenzia per la protezione ambientale, ha introdotto una nuova regolamentazione che per quanto complessa da un punto di vista tecnico, ri-aprirebbe nei fatti il mercato alla malefica sostanza. Semplificando, il sistema introdotto prevede una lista di utilizzi proibiti dell’amianto che esclude virtualmente tutti quelli non annoverati e che le aziende senza troppi scrupoli sapranno immaginare e implementare con profitto.

Una recente inchiesta del New York Times ha rivelato gli umori neri e i pareri contrariati di numerosi dipendenti dell’Epa, i quali paventano le conseguenze nefaste sulla salute pubblica e dichiarano la propria impotenza al cospetto di decisioni prese molto in alto. La legislazione italiana sull’amianto è stata primordiale a livello internazionale, soprattutto in merito all’esposizione dei lavoratori. Molti ricorderanno le cronache giudiziarie relative al famigerato Eternit (marchio di un fibrocemento prodotto da un’azienda belga e brevettato agli inizi del secolo scorso dall’austriaco Hatschek come cemento-amianto) che negli anni ha seminato morte e dolore in tutto il nostro Paese. È incomprensibile tale nuova attitudine da parte del presidente Trump il quale, coerente con il suo stile comunicativo, ha giustificato il cambio di rotta affermando che dietro lo smaltimento dell’amianto ci sarebbero, niente di meno che, delle imprecisate organizzazioni mafiose. Non ci sono scuse o motivazioni plausibili per un atto politico scellerato che, per la sua portata catastrofica, legittima una volta di più l’opposizione convinta a quei patti folli di libero scambio ispirati esclusivamente da criteri di profitto economico-finanziario senza riguardo per tutto il resto.