L’importanza del dialogo interreligioso

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Molti luoghi, nel mondo, sono segnati da conflitti tra popoli di religioni diverse. Questo rimarca l’importanza del dialogo interreligioso che, nel XXI secolo, in un contesto globalizzato, dove le comunicazioni viaggiano molto velocemente, devono lanciare un messaggio universale di pace. Ricordo ad esempio il Sudafrica, che ha vissuto la grande esperienza del perdono di Nelson Mandela dopo l’Apartheid ed ha rappresentato la chiave di volta per la costruzione di un nuovo Paese. Ciò ha avuto una grande forza e, ancora oggi, rappresenta un’esperienza di pace, eliminando e convertendo tutte le bombe atomiche in suo possesso. Le religioni, attraverso un’azione di dialogo e ascolto reciproco, possono trovare gli elementi per far si che, i contendenti di ogni guerra, possano intavolare trattative basate su elementi comuni per giungere al disarmo e soprattutto alla pace.

L’accordo tra Usa e Urss, durato vent’anni, per la conversione di più di ventimila testate nucleari in strumenti di pace, ha generato il fatto che, cinque governi degli Stati Uniti, da Reagan a Obama, hanno continuato sulla strada del dialogo con i leader dell’Unione Sovietica e poi delle Federazione Russa. Questo dialogo ha avuto dei riflessi pratici e concreti, dal punto di vista economico, strategico e di relazioni internazionali tra l’occidente e l’oriente. C’è stato quindi un beneficio globale in termini di pace sociale ed economica, di maggiore sicurezza e di disarmo complessivo che ha generato una stagione nuova di sviluppo pacifico. I benefici della conversione nucleare, che è stata il perno di questa operazione, sono stati avvertiti da tutti al livello mondiale e dalle famiglie che, per un anno intero, hanno potuto beneficiare economicamente dell’energia di pace derivante quel processo.

A tal proposito, il prossimo 24 febbraio, “Civiltà dell’Amore” ha organizzato ad Assisi l’iniziativa denominata “Religioni e conversione per le armi nucleari“. L’obiettivo che ci poniamo è quello di lanciare un messaggio di pace a coloro che, San Francesco, definiva i “reggitori dei popoli”, ma anche e soprattutto alla società civile. Vogliamo dire, dal basso che, attraverso le motivazioni forti delle religioni, il dialogo reciproco e gli strumenti operativi della conversione nucleare, la società civile, attraverso la forza morale delle religioni, prende l’iniziativa di lanciare un messaggio legato alla pace, a cominciare proprio dal Medioriente.