Gli equilibri indispensabili per l’Unione europea

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Foto di ALEXANDRE LALLEMAND su Unsplash

E’ storica la decisione del via libera del Consiglio Europeo ai negoziati di adesione di Ucraina e Moldavia a Bruxelles. Ci si aspettava una riunione lunga e difficile per l’opposizione di Viktor Orban, ma è andato tutto bene. Ha preferito abbandonare il consesso per non essere l’unico ad opporsi tra i 27 paesi aderenti. La velocità impressa in pochi mesi alle procedure di adesione, sono legate alla situazione particolare dell’Ucraina invasa illegalmente dalla Federazione russa e dalle provocazioni che i moldavi subiscono da Mosca. Dunque una decisione cruciale che si manifesta come un deciso out out a Putin: o mette fine alle aggressioni o si troverà contro tutto il continente per proteggere i suoi popoli.

Volodymir Zelenski e Maia Sandu hanno esultato per questo felice accadimento. Entusiasti anche i tre paesi baltici, la Polonia, ed i paesi scandinavi; due dei quali si sono aggiunti agli altri 2 nella adesione alla Nato. Questi Paesi aderenti all’Unione Europea, avevano da tempo messo in guardia dai rischi futuri, consapevoli della spregiudicatezza mostrata in passato e recentemente dai russi, pagata da loro a caro prezzo. Anch’essi hanno tribolato le invasioni sovietiche e nel presente subdoli stratagemmi di infiltrazioni nella politica e nei media condotti dai servizi manovrati da Putin. Taluni sono preoccupati dalla politica di accelerazione delle adesioni UE di paesi in passato costretti a stare nella “cortina di ferro” sovietica, ed ora nel mirino di improponibili disegni neo imperiali putiniani.

Ma quale identità, consistenza, affidabilità avrebbe l’Europa rispetto ai propri popoli ed ai principali Stati del mondo se si dovesse sottrarre ai propri doveri naturali? Negherebbe essa stessa il proprio futuro di entità morale politico-giuridica in grado di unificare il continente in un solo Stato e di guidarlo per concorrere con i paesi democratici del mondo a rafforzare lo stato di diritto rivolto alle libertà individuali e collettive, e dunque alla convivenza pacifica dei popoli in un quadro di tutela dell’esercizio delle proprie sovranità sulle scelte politiche e di salvaguardia dei loro territori di appartenenza riconosciuti dalle convenzioni ed organismi internazionali. Una decisione così importante inoltre darà forza piena per giungere al traguardo della istaurazione degli Stati Uniti d’Europa, nel solco della costruzione delle condizioni di convivenza con la Russia e nel quadro dei nuovi equilibri mondiali. Questi equilibri sono indispensabili per gli europei per evitare scenari cupi già vissuti di incoraggiamento all’azione degli autocrati con la ricerca astratta di pace. Ed infatti la cultura della pace attraverso la cooperazione economica ed il riconoscere i diritti altrui, prospera solo tra realtà democratiche orientate dalle culture dell’umanesimo. Gli altri, quelli che praticano la violenza per sottomettere persone e popoli, sono comunque soggetti con cui dialogare e costruire l’interesse alla convivenza pacifica, ma per evitare disastri morali e materiali, devono sempre essere certi che gli europei ed altri popoli ancora, tanto amano la libertà che per essa sono disposti a tutto.