Intervento

Cosa ci invita a fare il Vangelo della Regalità di Cristo

Origene commentando la solennità di questa domenica afferma che le opere di misericordia non sono solo quelle materiali, altrimenti si riduce la fede ad una filantropia, che certamente va praticata, ma non è sufficiente per ricevere “ogni benedizione”: questo grande teologo del III secolo sostiene infatti che l’opera di misericordia, sia materiale o che spirituale, ha senso se è fatta per amore a Cristo, che si trova affamato e assetato nelle sue membra. L’atto più grande di amore è annunciare la salvezza che viene da Cristo.

Niente viene cancellato agli occhi di Dio, anche gli atti più piccoli fatti per amore a Cristo non rimarranno senza ricompensa: vivere con Sapienza è saper approfittare di questo tempo per ricevere la Sua benedizione. Vivere con egoismo, preoccupati solo di noi stessi, insensibili agli altri significa invece accumulare per il nulla, destinati ad una vita inutile, sprecata.

Quando andavamo a scuola o all’Università arrivava il momento della pagella o degli esami: in un momento si chiariva come avevamo saputo trascorrere quel tempo, se avevamo studiato oppure se lo avevamo sprecato in altre cose inutili: anche nella vita arriva un momento in cui si fanno i conti, si tirano le somme. Avviene per tutto: per i nostri rapporti affettivi, le amicizie, il lavoro, le scelte importanti. E avverrà anche per il nostro rapporto con Dio alla fine della vita.

Si può allungare questo momento, cercare di rinviarlo più possibile… ma come tutte le cose alla fine arriverà. E da come viviamo oggi, dipenderà quel momento decisivo.

Al termine di quest’anno liturgico possiamo fare una valutazione di come abbiamo saputo “investire” le Grazie che il Signore ci ha donato, se ci siamo preoccupati di scoprire il disegno di Dio nella nostra vita, per seguirlo nella via dell’Amore e della carità, come ci invita a fare il Vangelo di questa domenica della Regalità di Cristo e se abbiamo testimoniato e annunciato la Salvezza che viene dal Signore.

Non stanchiamoci allora di chiedere al Signore che ci faccia in questo nuovo anno liturgico “strumenti del Suo Amore”.

mons. Antonio Interguglielmi

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