A Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, avrà inizio la Cop 28, ovvero la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Questi ultimi ormai, sono diventati un problema quotidiano a cui è necessario e inderogabile dare delle risposte per preservare dal baratro la nostra “Casa comune” e tutti coloro che la abitano. Papa Francesco, inoltre, manifestando grande lungimiranza e vicinanza alle problematiche ambientali, porterà in suo accorato messaggio alla conferenza dell’Onu sul climate change dal 1 al 3 dicembre ove, con il vigore morale che lo contraddistingue, ribadirà ai leadere mondiali gli appelli contenuti nella recente esortazione apostolica Laudate Deum.
Purtroppo, dobbiamo prendere contezza del fatto di essere giunti a un punto di non ritorno. È fondamentale ricordare che, le risorse naturali, costituiscono beni a destinazione universale volte a soddisfare i diritti basilari delle generazioni presenti e future. Per far ciò è di vitale importanza adottare politiche pubbliche di impegno per il bene comune, scartando logiche di bieco interesse finanziario e di breve respiro. Nella Laudate Deum, in particolare, viene rimarcata in maniera più pressante l’attenzione in modo speciale al tema della partecipazione delle comunità alle decisioni sulle politiche ambientali e sui progetti che interessano l’ambiente o possano impattare su di esso.
Tutelare l’ambiente e la Terra significa salvaguardare anche e soprattutto la salute e i diritti delle persone nel loro complesso. La Conferenza purtroppo, si celebrerà in un periodo di forte tensione nell’area mediorientale, e questo dovrebbe far riflettere tutti coloro che interverranno e soprattutto ai paesi utilizzatori di idrocarburi, l’importanza di imprimere una svolta in materia di transizione energetica, con il duplice obiettivo di contrastare più efficacemente il cambio climatico ed anche di evitare i rischi geopolitici insiti in una dipendenza eccessiva dai paesi produttori. La Cop 28 dovrà quindi tradursi in azioni tangibili, che dovranno avere come primo obiettivo la responsabilizzazione e il coinvolgimento di tutti, applicando un nuovo approccio che sia in grado di mettere al centro l’ecologia integrale e la pace tra i popoli. La sicurezza ambientale, come sottolineato recentemente da Papa Francesco, implica “un approccio più lungimirante della politica internazionale per migliorare il pianeta e l’umanità che vi abita”. Questo è il significato più autentico di fraternita a cui, tutti noi, dobbiamo tendere.
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