Chiediamo al Signore la grazia di saper leggere i “segni”

“Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria”.

La Parola di questa domenica parla della “fine dei tempi”: è la Parusia, il ritorno di Cristo, quando il senso di tutte le cose che viviamo saranno svelate, quando tutti i fatti che spesso non capiamo e che tante volte per questo ci mettono in crisi saranno nella luce. Saranno svelati i segreti dei cuori e, terminato il tempo della Misericordia inaugurato dalla prima venuta di Cristo, verrà il giudizio finale.

Da sempre l’uomo cerca di conoscere il senso delle cose che avvengono, ha il desiderio di saper interpretare la storia e spesso vorrebbe anche conoscere il futuro: questo desiderio è la prova che siamo in attesa di qualcosa che possa completare una realtà che intuiamo come bisognosa di ricevere un senso che gli manca.

Ma quando avverrà questa rivelazione, quando sarà il ritorno glorioso di Gesù sfugge alla conoscenza dell’uomo, a saperlo è solo il Padre (Mt 24,36). Però, con la Sapienza che ci dona lo Spirito Santo, possiamo saper leggere la presenza di Dio nella nostra vita e nella storia.

San Gregorio Magno commentò il Vangelo di oggi dicendo che ciò che passa è “l’aspetto esteriore”, ma non l’essenza della realtà, che è sorretta dalla Parola creatrice che non passa: la nuova creazione che porta il ritorno di Cristo è un rinnovamento della realtà che già conosciamo, però finalmente liberata da ogni aspetto negativo e senza perdere niente di quello che abbiamo sperimentato di bello in essa.

Chiediamo allora al Signore di non vivere come persone che non capiscono quello che gli accade e di ricevere la Grazia di saper leggere i “segni” della presenza di Dio così da poter cantare con il Salmista “Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra”.