“Caro carburante”: il frutto di una nuova ondata speculativa

Stazione di servizio rifornimento carburante / foto Daniele Buffa/Image nella foto: distributore di benzina

L’estate calda degli italiani deve fare i conti anche con il “caro carburante”, frutto di una nuova ondata speculativa per ottenere maggiori profitti in una situazione in cui si registra un calo del prezzo petrolio.

La quotazione del greggio è infatti al di sotto degli ottanta dollari al barile e secondo i nostri calcoli il prezzo dei carburanti – sulla benzina, ma con uguale differenziale per il gasolio – si dovrebbe attestare sui 1,7-1,75 euro al litro, mentre in media vengono venduti a 1,9-1,95. Si tratta di 20 centesimi in più a litro.

Le ricadute sono plurime. Innanzitutto le famiglie italiane si ritrovano un aggravio di circa 240 euro in un anno sulla benzina. Questo in un contesto come quello attuale, dove avevamo calcolato che il nucleo famigliare medio, quello composto da due adulti e un minore, per una settimana di vacanza al mare, tenendo conto non solo dei costi di trasporto, ma anche dei servizi balneari, di quelli alberghieri e della ristorazione, spende 710 euro in più rispetto allo scorso anno.

Altre ricadute sono l’aumento del costo dell’energia, che interessa il comparto industriale e rischia di avere riflessi negativi sulle filiere produttive, e quelli del trasporto merci, dato che nel nostro Paese circa l’80% dei beni di mercato viaggia su gomma.

Questi costi incidono sull’inflazione dello 0,6%, proprio mentre l’Istat ci diceva che l’aumento dei prezzi rallentava con una diminuzione dell’1,2%. Il calo dell’inflazione è quindi messo a rischio da questi aggravi, che si traducono in risorse pari a otto miliardi di euro che si distribuiscono tra le compagnie private e lo Stato, attraverso l’iva.