L’equilibrio tra le libertà dei cittadini

C’è un forte sentimento che pervade gran parte della politica italiana. La richiesta insistente, quasi liberatoria di sciogliere il vincolo del lock dawn. Devo dire che la impressione che ricevo nell’apprendere queste lamentele, non è molto rassicurante. Ma a chi si rivolgono costoro nel chiedere di allentare la quarantena, di ripristinare le consuetudini che abbiamo dovuto abbandonare per così dire “per forza maggiore? Prima di pronunciarsi, dovrebbero consultare ad esempio i tanti tecnici delle diverse task force, che peraltro loro stessi hanno contribuito a nominare.

Dovrebbero sapere che esprimere tali opinioni a mezzo media, possono dare una impressione sbagliata ai cittadini che finora (almeno loro) hanno avuto una condotta esemplare nell’applicare le sin troppe e talvolta contraddittorie disposizioni promulgate dallo Stato centrale e prescritte e dettate da Regioni e Comuni. A pensar male, si può dire che si rivolgono ai cittadini per farsi belli al loro cospetto, contando sul loro sentimento di stanchezza, a causa di un periodo di tempo vissuto in modo surreale. Questo lo dico perché taluni politici in particolare, li abbiamo visti rapidamente cambiare opinione sui comportamenti da avere: si sono vestiti da castigamatti e ben presto sono diventati più che tolleranti.

Credo allora, che la seconda fase da gestire, la dovremmo condurre con più sangue freddo, attraverso una programmazione mirata a esaltare ogni precauzione che possa risparmiare un ritorno di fiamma della pandemia. All’inizio del contagio, se si fosse stati più cauti e meno presuntuosi, ci saremmo risparmiati molti lutti e sofferenze e maggiori propagazione della malattia su scala nazionale. Dunque nessuna ripetizione di azioni in ordine sparso: ci possono fare solo un gran male. La seconda fase, ha bisogno di un approfondimento importante, ma una volta decise le direttive, il buon senso richiede che debba valere per l’intero paese. Ad esempio il varo di piani dettagliati per i vari settori produttivi e poi confezionati per le singole aziende; come per la scuola, l’università ed il sistema formativo tutto dovrà regolarsi nei minimi particolari; l’utilizzo dei vari servizi pubblici regolati razionalmente allo scopo di evitare nel svolgere il suo compito assembramenti pericolosi; così come turismo e nella ristorazione; svaghi; negli incontri pubblici in genere. In tal senso il monitoraggio dei cittadini  si rende indispensabile per permetterci di convivere con il Coronavirus senza rischi.

L’ ‘app immuni’ che il governo intende allestire credo sia assolutamente uno scudo per salvaguardarci. C’è già in piedi un dibattito sulle libertà costituzionali, ma il nostro diritto non può solo riguardare la libertà di non essere tracciati, ma anche quella di non subire danni da persone che o inconsapevolmente o consapevolmente possono attentare alla nostra salute. Ecco perché la nostra libertà dovrà reggersi su un equilibrio che la stessa Costituzione prevede. Lo Stato, questo deve essere certo, dovrà affidare il compito di gestire il contenitore dei dati a personalità di grande caratura scientifica e morale, con una normativa assai rigorosa sulle procedure di gestione e sulle trasgressioni che possono mirare a usare i dati per finalità non pubbliche. Per regolare una materia così delicata, toccherà al Parlamento e solo al Parlamento darci una legge.