Gravi incidenti fra manifestanti e polizia a Llave, nella regione meridionale peruviana di Puno hanno provocato ieri la morte di una persona ed il ferimento di altre sette, portando a 54 il numero delle persone decedute nelle proteste antigovernative cominciate il 7 dicembre 2022. Nelle scorse ore, lo scontro si è allargato alla capitale, Lima.
Gli scontri in Perù sono avvenuti mentre per il secondo giorno consecutivo migliaia di persone hanno partecipato ieri alla cosiddetta ‘Presa di Lima’ attraverso cui movimenti politici, sociali, sindacali e studenteschi chiedono lo scioglimento del Parlamento, le dimissioni della presidente Dina Boluarte, elezioni immediate e il rilascio dal carcere dell’ex presidente Pedro Castillo.
Ieri sera il ministro dell’Interno, Vicente Romero, ha reso noto che nel secondo giorno di scontri avvenuti nella capitale sono rimasti feriti 22 membri della polizia nazionale e 16 civili. Il ministro ha inoltre segnalato che danni materiali sono stati arrecati agli aeroporti di Cusco, Puno e Arequipa “da vandali, allontanati però dalla polizia”.
L’emittente peruviana ha infine pubblicato online un riepilogo delle vittime fatali divise per regione, precisando che quella con il maggior numero di morti, dovuti direttamente o indirettamente alle proteste, è Puno (23), seguita da Ayacucho (10), Apurímac (6), La Libertad (6), Cusco (4), Junín e Arequipa (3, ciascuna).
C’è un gruppo di italiani fra i circa 300 turisti bloccati a Machu Picchu, la città perduta degli Inca chiusa a causa dell’interruzione del trasporto ferroviario per il caos che sta investendo il Perù.
Si tratta, secondo quanto si apprende, di un numero imprecisato di persone che avevano passato la notte nel sito dopo aver visitato la cittadella e che sono in contatto con le autorità italiane.
Fonte: Ansa
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