Il governo di Hong Kong vuole varare una nuova legge sulla sicurezza nazionale che colmerà le lacune delle normative esistenti. Questo si tradurrà in un nuovo strumento per limitare le libertà civili a integrazione della legge imposta da Pechino all’ex colonia a giugno 2020 dopo le proteste di massa pro-democrazia del 2019.
Il governo di Hong Kong annuncia la volontà di varare una nuova legge sulla sicurezza nazionale che colmerà le lacune delle normative esistenti, fornendo un altro strumento alle autorità per limitare le libertà civili. “I rischi per la sicurezza nazionale sono molto alti e molto reali e possono anche essere improvvisi. Inoltre, l’attuale situazione geopolitica è molto complicata”, ha detto nel briefing settimanale il governatore John Lee, assicurando che il provvedimento “entrerà in vigore il prima possibile”. Integrerà la legge imposta da Pechino all’ex colonia a giugno 2020 dopo le proteste di massa pro-democrazia del 2019.
“Devo sottolineare che la legislazione relativa all’articolo 23 della Basic Law (la mini-Costituzione della città, ndr) deve essere adottata il più presto possibile”, ha aggiunto Lee, per il quale si tratta di “una responsabilità costituzionale che non è stata adempiuta a distanza di 26 anni dal passaggio di consegne di Hong Kong” da Londra a Pechino.
Dalla restituzione, avvenuta nel 1997, la città nel rapporti con il governo centrale è stata sottoposta al modello ‘un Paese, due sistemi”, in cui le strutture legali e giudiziarie dell’ex colonia sono state separate dalla Cina, assicurando maggiore autonomia e tutela dei diritti. Secondo la Basic Law, Hong Kong è tenuta a emanare una propria legge contro sette crimini legati alla sicurezza, tra cui tradimento e spionaggio, ma l’ultimo tentativo fatto nel 2003 fu subito accantonato dopo che mezzo milione di abitanti di Hong Kong scesero in piazza per una prima protesta di massa.
Considerando la legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino – che punire i quattro reati di secessione, sovversione, terrorismo e collusione con forze straniere con condanne che vanno fino all’ergastolo – la nuova normativa locale coprirà cinque reati, tra cui tradimento, insurrezione e spionaggio. Il governo inizierà a consultare gli organi legali, le camere di commercio straniere e gli inviati stranieri sulla legge, che coprirà reati come tradimento e furto di segreti di stato, oltre a vietare alle organizzazioni politiche straniere di formare legami con enti locali.
Paul Lam, ministro della giustizia della città, seduto accanto a Lee, ha affermato che la legislazione “funzionerà in parallelo e integrerà l’attuale legge sulla sicurezza nazionale” voluta dalla Cina. Lee ha detto che istituirà anche team per combattere le critiche e le calunnie fatte da “forze ostili” e promuoverà e spiegherà la legislazione a tutta la comunità internazionale. Centinaia di attivisti sono stati arrestati e molti gruppi della società civile sono stati sciolti nella campagna del governo per “ripristinare la stabilità” dopo i mesi di proteste del 2019. La repressione ha scatenato un esodo sia di cittadini di Hong Kong sia di stranieri.
Fonte: Ansa
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