Hanno orecchi e non odono

“Sh’ma Yisrael Adonai Elohenu Adonai Echad…”. Con queste parole che dall’ebraico si traducono in “Ascolta Israele il Signore è il nostro Dio il Signore è Uno” sorge la più importante preghiera esortativa del libro sacro. Il Creatore supplica, attraverso i suoi ministri, a mettersi in ascolto dell’unico vero Dio, il liberatore.

Nella società odierna il tema dell’ascolto è quasi del tutto snobbato, si potrebbe dire fallito. Non abbiamo più la capacità di ascoltare essendo diventati un po’ tutti idolatri di noi stessi; pur avendo occhi non vediamo più, non riconosciamo nessuno e pur avendo orecchi non sentiamo e cioè non abbiamo la luce di comprendere realmente (Salmo 115).

Nel 534 d.C. il grande San Benedetto da Norcia scrisse la regola monastica più preziosa e innovatrice della storia riuscendo a unire gli eremi europei proprio attraverso l’alto insegnamento contenuto nel suo prologo dicendo: “Ascolta, o figlio, gli insegnamenti del maestro, e tendi l’orecchio del tuo cuore; accogli di buon animo i consigli di un padre che ti vuole bene per ritornare con la fatica dell’obbedienza a Colui dal quale ti eri allontanato per l’accidia della disobbedienza”.

In queste poche righe si scopre la grandezza di una parola – obbedire (cioè ob-audire, ascoltare stando di fronte) – che all’epoca, proprio grazie alla regola benedettina con i suoi capisaldi, fu considerata l’ispiratrice di una nuova civiltà capace di dialogo e accoglienza. Il termine “obbedienza” oggi è diventato scandaloso, inopportuno, indigesto e per i giovani del tutto sconosciuto.

La sapienza di Dio ci dice quindi che non si può conoscere niente e nessuno se non si impara a udire con l’orecchio del cuore. Purtroppo in questo caso l’epidemia della sordità è così diffusa, assistendo all’espansione di un mondo sempre più vuoto e isolato.

L’uomo senza l’ascolto perde la vita interiore diventando incapace di pensare, meditare e cioè di prestare attenzione a quel Tu insostituibile. Molti rifiutano l’esistenza di un Dio che parla e comunica con l’uomo.

L’Assoluto invece quasi pretende di essere ascoltato perché il Suo insegnamento e guida ha lo scopo di portare i suoi figli verso la via della beatitudine. Il multiloquio è questo: “mettersi di fronte” a qualcuno con il quale esprimersi e che sai che ti risponderà.