Tudose apre la crisi di governo

Mihai Tudose, premier della Romania, ha presentato le sue dimissioni dopo che il suo partito gli ha ritirato il sostegno, al culmine di uno scontro politico con il leader della formazione, Liviu Dragnea. Tudose, in carica da sei mesi, ha detto di lasciare “a testa alta“, al termine di una lunga e burrascosa riunione del partito socialdemocratico.

Lo scontro

Lo scontro al vertice era diventato pubblico la scorsa settimana, quando il premier aveva chiesto al ministro dell'Interno Carmen Dan di fare un passo indietro, accusandola di mentire, e lei aveva rifiutato. Dan è uno stretta alleata di Dragnea, il “dominus” dei socialdemocratici, che non può ricoprire la carica di premier in seguito ad una condanna per brogli elettorali

Crisi politica

Lo scorso giugno, un altro premier socialdemocratico, Sorin Grindeanu, era stato sfiduciato dal partito, appena sei mesi dopo la vittoria alle elezioni. Dopo la crisi odierna, il ministro dello sviluppo economico Paul Stanescu è stato scelto come premier ad interim. Oggi i vertici del partito dovrebbero scegliere un nuovo nome per la guida del governo da sottoporre al capo dello Stato. Tudose, che ha pagato lo scontro politico con il leader Dragnea, è stato sfiduciato da 60 parlamentari. In quattro hanno votato a suo favore, altri quattro si sono astenuti. Negli ultimi mesi la Romania è stata attraversata da proteste di piazza contro una controversa riforma della giustizia, e ci sono stati scontri anche tra la classe politica e la magistratura che indagava per corruzione. Lo stesso Dragnea è finito nel mirino dei giudici, che gli hanno congelato i beni nell'ambito di un'inchiesta su un presunto uso improprio di fondi europei. Dragnea, da parte sua, ha negato ogni addebito.

Visita storica

Le dimissioni arrivano alla vigilia di una storica visita in Romania del primo ministro giapponese Shinzo Abe, che sarebbe stato accolto da Tudose per la prima tappa di un giro dell'Europa orientale del capo del governo giapponese.Tudose ha recentemente accusato implicitamente Dragnea, che non può candidarsi alla carica di primo ministro a causa di una condanna con sospensione condizionale a due anni per frode elettorale, di prendere decisioni senza consultare altri funzionari del partito.