Il sindacato denuncia: “Vuole rimpiazzare gli scioperanti”

Sale la tensione in casa della compagnia low-cost Ryanair che, mercoledì e giovedì prossimi, si troverà di fronte al massiccio sciopero indetto dal sindacato belga per gli assistenti di volo, il quale interesserà anche la Spagna, l'Italia e il Portogallo. La compagnia, per correre ai ripari, pare che ingaggerà del personale tedesco e polacco, che verrà chiamato per rimpiazzare coloro che incroceranno le braccia per l'agitazione indetta per il riconoscimento di rappresentanze sindacali e sugli adeguamenti salariali. Questo, almeno, quanto denunciato dal sindacato belga Cne. Un contenzioso in corso da tempo, sul quale l'azienda irlandese di O'Leary rischia di giocarsi buona parte della stabilità interna anche considerando che, dal punto di vista dei sindacati, l'operazione di rimpiazzo degli scioperanti non lascia buone prospettive di dialogo. La sigla Cne, in particolare, ha chiesto alle autorità ministeriali del Belgio di verificare che lo stratagemma di Ryanair garanitsca il rispetto delle regole per i lavoratori.

Le ragioni dello sciopero

Non è certo, al momento, se Ryanair opterà davvero alla fine per la sostituzione provvisoria dei dipendenti in sciopero, tant'è che la stessa Cne ha definito la mossa solo probabile in quanto, per ora, non è arrivata nessuna risposta da Fps Mobilitu e dalle altre autorità interessate, cosa invece già accaduta in Spagna e Portogallo. Lo sciopero è stato indetto dal personale navigante di cabina e dal personale a terra di Ryanair che chiede all’azienda maggiori stipendi e migliori condizioni lavorative. Per quanto riguarda le ragioni dello sciopero, anche le motivazioni della malattia (i dipendenti lamentano di dover segnalare per via scritta gli esatti sintomi riportati quando restano a casa dal lavoro per malattia) e il pagamento privato dell'acqua potabile durante i voli.

Calo e difesa

La tensione interna alla compagnia si è nel frattempo riflettuta anche sul bilancio del primo trimestre, chiuso con gli utili in calo del 22%, nonostante i 37,6 milioni di passeggeri (+7%). E, tra le cause maggiori, l'azienda indica i “costi più elevati del carburante” ma anche “del personale”. Ryanair ha difeso la propria posizione rispetto alle contestazioni dei propri dipendenti, spiegando di adottare adeguate politiche di retribuzione e tutela e che tali scioperi “sono completamente ingiustificati e l’unico risultato che otterranno sarà rovinare le vacanze alle famiglie”.