Gli scenari e le scelte dopo il voto

Conclusasi la battaglia referendaria che ha visto prevalere un consenso del sì più largo che del no, immediatamente si rende urgente il caso di aprire un’altra fase di confronto e di impegno civile. Insomma, i sostenitori del sì devono saper dimostrare che la loro battaglia non ha riguardato la mortificante posizione per la Democrazia, sic e simpliciter, di riduzione del numero dei parlamentari per risparmiare quattrini. Quelli del no, parimenti, devono ben specificare che la loro resistenza non si è mostrata per lasciare le cose come sono.

Penso che sia necessità di tutti coloro che hanno una visione alta della politica, aldilà delle posizioni referendarie avute, aprire una nuova frontiera di impegno per rinnovare le nostre istituzioni repubblicane. Ad esempio dovranno saper inverare le cosiddette riforme che permettano ai cittadini di scegliersi senza intermediazione i loro rappresentanti; ai territori di esprimere i loro rappresentanti in parlamento; al Senato ed alla Camera dei deputati di tornare ad espletare efficacemente il proprio potere legislativo.

In questi anni abbiamo potuto renderci conto dei problemi indotti dalle leggi elettorali maggioritarie, che unite alle liste bloccate dei candidati alle camere, e cucinate a loro piacimento dai leader nazionali, hanno originato un abbassamento notevole della qualità del personale politico, l’allontanamento dalle urne di una quota rilevantissima di elettori, la abissale distanza tra gli eletti ed il loro territori.

Per queste circostanze è essenziale che si apra nel paese un confronto vero sulle riforme, che scavalchi la fumosa posizione dei partiti e la resistenza evidente dei vertici a restituire poteri abusati, che rendono problematici ogni tentativo di cambiamento. La Repubblica ha grande necessità di riportare il voto al “sistema proporzionale” per ricondurre quella metà di elettori che non si reca alle urne perché da più di un ventennio non rappresentati nelle proprie  sensibilità culturali e politiche, schiacciati dal sistema elettorale maggioritario; di ripristinare anche per le liste elettorali nazionali, il potere del cittadino di scelta del proprio rappresentante con la preferenza; la ristrutturazione e garanzia di attribuzione dei seggi per ogni nostro territorio.

Credo che queste riforme siano importanti non solo per correggere le storture degli effetti del taglio brusco dei parlamentari che avverrà nella prossima legislatura, ma soprattutto per ridare vitalità e responsabilità alla politica lacerata in questi lunghi anni della “seconda Repubblica” dalla contrapposizione senza fine, ed alterata da inconcludenti quanto dannosi leaderismi che hanno personalizzato oltre misura la funzione nei partiti, con ricadute dannose per la Democrazia.

L’evidente crisi del sistema dei partiti esistenti, mostra ancora con le elezioni di questi giorni, la necessità di riforme elettorali e del funzionamento del Parlamento, che se coerenti, possono diventare una leva importante per riallineare le forze politiche ai principi e logiche richieste dalla nostra Costituzione. Ora si tratta di chiamare all’impegno civile le persone, attraverso le loro Associazioni, per provocare rinnovamento e responsabilità nello svolgimento della funzione dei soggetti politici, attraverso il coinvolgimento attivo e partecipativo dei cittadini in ogni territorio del Paese.