Editoriale

Rifiutiamo il male oscuro

L’assalto alla sede centrale della Cgil ci ha riportato indietro nel tempo buio di un secolo. In quell’epoca i fascisti facevano terra bruciata dei Sindacati e dei Partiti che rappresentavano gli interessi dei lavoratori e delle classi popolari. Le loro incursioni dovevano platealmente essere la dimostrazione che alla loro violenza, nessun potere popolare poteva opporsi, che la loro azione era in grado di dominare tutto ciò che si riteneva un ostacolo per i propri obiettivi eversivi. Sullo sfondo c’era l’obiettivo di attirare le simpatie di milioni di ex combattenti corrosi dalla guerra e di masse impoverite ed eccitate dal clima di cambiamento che percepivano nell’aria per instaurare la dittatura. Dunque il movente è sempre lo stesso: azioni dimostrative per catalizzare l’attenzione di tutti gli scontenti, i facinorosi, gli avventurieri, per debilitare il potere costituito.

In questi giorni nelle piazze delle grandi città si stanno unendo fazioni di ogni presenza politica che nella nostra storia anche contemporanea hanno fatto ricorso ad atti violenti come mezzi per segnare la propria esistenza. Fascisti, anarchici, centri sociali, estremisti di sinistra, tutti insieme con opinioni diverse, ma con l’obiettivo comune di suscitare confusione, come accaduto in altri momenti caldi. Infatti chi ricorda gli assalti di qualche anno fa alla Cisl ed ai suoi leader?

Ora in circostanze diverse, usano il varco del green pass per l’evidente ragione che si è costituito attorno al problema la disapprovazione di un nucleo consistente di persone; ma un altro tema al pari sentito avrebbe fatto lo stesso. Ora la querelle sullo scioglimento di Forza Nuova come organizzazione che si proporrebbe con atti concreti l’obiettivo anticostituzionale della ricostruzione del partito fascista, lo lasciamo al giudizio della magistratura come previsto dalle leggi repubblicane. Ma nel frattempo, si farebbe bene da parte delle formazioni politiche in campo a valutare meglio il loro approccio da avere su ogni tema sociale rovente, se vogliono evitare di essere gli utili idioti di facinorosi ed avventurieri. In passato una parte della sinistra ha commesso la leggerezza di alimentare oltre misura polemiche che contribuirono come conseguenza a gravi lutti, speriamo oggi indimenticati. Anche una parte della destra è esposta nell’alimentare polemiche strumentali sulle supposte libertà sequestrate nel corso della pandemia, che potenzialmente possono essere utilizzate per scopi vigenti ed eversivi.

Con queste valutazioni non si pensa di limitare le opposizioni del loro compito, ma esse devono poterlo esercitare nell’ambito della Costituzione, se intendono essere forze affidabili della Repubblica. Da molti anni spesso si nota nell’agone politico un malinteso modo di intendere l’essere maggioranza od opposizione, e sicuramente questa costatazione è la questione delle questioni dei molti guasti economici, sociali e democratici del nostro paese, ed è ora di cambiare rifiutando ognuno questo male oscuro.

Raffaele Bonanni

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