Editoriale

Così il popolo di Dio riconosce il pastore. Testimonianze di misericordia cristiana

Ci molte declinazioni del termine pastore. Una di queste si è concretizzata nel weekend. All’ospedale camilliano Santa Maria della Pietà di Casoria. Dove il gregge ha trovato cura pastorale e caritativa. Attraverso la campagna vaccinale i discepoli di San Camillo De Lellis testimoniano il Vangelo della solidarietà. E assicurano misericordiosa assistenza e aiuto fraterno in pandemia. Proprio come avveniva all’epoca del fondatore dei Ministri degli Infermi. Testimonianza della Chiesa “ospedale da campo” predicata e attuata da Jorge Mario Bergoglio. Sabato e domenica, nel comune campano, il popolo di Dio si è riunito attorno alla pietas cristiana. Ricevendo ancora una volta supporto nell’emergenza. Papa Francesco ha invocato l’accesso universale al vaccino e i religiosi camilliani hanno accolto il suo appello.  Fragili e anziani vengono soccorsi e immunizzati nella bufera Covid secondo il carisma dell’ordine. Pastore in ascolto e al servizio del gregge. La dimensione della Chiesa povera per i poveri in papa Francesco deriva dalla sua attività. Prima e dopo la sua consacrazione a vescovo. E poi nel pontificato. La sua prevalente attività è quella pastorale. Ciò gli ha conferito la sollecitudine di ritrovare nel Concilio Vaticano II i testi che si riferiscono in un modo o in un altro alla Chiesa povera per i poveri. La misericordia nel Concilio Vaticano II è espressa potentemente nella “Gaudium et Spes” 42 e 90. C’è l’auspicio che gli istituti promuovano la collaborazione tra le nazioni. Si può andare a vedere sant’Agostino. Quando propone e attua centri di aiuto per i poveri. E invita i suoi sacerdoti ad evangelizzare tutte le etnie presenti nel territorio della sua diocesi. La pastoralità del Concilio Vaticano II consiste nello studiare ed approfondire la dottrina. Esprimendola in modo che possa essere meglio conosciuta, accettata ed amata. L’aggiornamento è inteso non come rottura con il passato. O contrapposizione di momenti storici. Ma come crescita, perfezionamento del bene sempre in atto nella Chiesa.Da pastore Jorge Mario Bergoglio prosegue il Vangelo della misericordia testimoniato dal suo predecessore Karol Wojyla. Il giorno di 16 anni fa in cui si è spento Giovanni Paolo II era la vigilia della festività della Divina Misericordia. Era stato proprio Karol Wojtyla a riscoprire e rilanciare quello che e uno degli attributi centrali di Dio e del suo amore senza confini. Era stato lui, a istituire quella festa. Era stato lui, a dedicare alla Misericordia il suo miglior documento, la lettera apostolica ‘Dives in Misericordia’. E dove c’era, in controluce, il senso profondo della sua vita e del suo progetto di rinnovamento della Chiesa.

Molto in sintesi, la “Dives in Misericordia” era un invito alla Chiesa molto diretto, molto esigente. Un invito, non solo a professare la misericordia di Dio, non solo a immetterla nella vita dei fedeli. Ma anche, se la Chiesa vuole essere veramente specchio fedele di Cristo, tornare a mostrarsi più misericordiosa. Più pronta al perdono. Perché non le è lecito, a nessun patto, di ripiegarsi su se stessa. La ragione del suo essere è, infatti, quella di rivelare Dio. Affinché il gregge sappia riconoscere il suo pastore.

 

 

Giacomo Galeazzi

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