La misura della crudeltà al confine tra Bielorussia e Polonia

Sono immagini agghiaccianti quelle che ci arrivano dal confine tra Polonia e Bielorussia, dove molti migranti sono “intrappolati”: non possono entrare in Europa, ma non possono neanche tornare indietro. Mentre la mia opinione sul leader della Bielorussia rimane immutata, ciò che mi stupisce di più è l’atteggiamento della cattolica Polonia.

Che la Bielorussia fosse nelle mani di un autocrate è fuori discussione e che sia abituata ad azioni di prepotenza non mi meraviglia, ma credo che la minaccia di interrompere il flusso di gas verso l’Ue sia abbastanza vuota. Il vero ricatto è la pressione dei migranti.

Mi pongo una domanda: ammettiamo che siano 2-3 mila i migranti a quel confine. Di fronte alla popolazione che risiede nei Paesi membri: ma ci fanno tanta paura? Non dimentichiamoci che parliamo della stessa Polonia che ha chiesto fondi europei per costruire un muro al suo confine per proteggersi, l’Ue ha detto che non lo avrebbe finanziato. Il Papa in Grecia ha avuto parole di fuoco riguardo alle politiche migratorie dell’Ue. Si continua ad estendere verso sud la linea di non-transito dei migranti che guardano all’Europa.

L’impressione è che l’Ue “chiacchieri” di valori, ma poi di fatto non riesce a cavare un ragno dal buco. Non c’è modo, vedremo con la presidenza francese, di mettere d’accordo i 27 su una politica migratoria degna di questo nome. L’Europa continua a sbandierare i valori dell’Occidente, ma poi tratta questa gente come della merce avariata.

Pensiamo che sul confine ci sono delle famiglie che accendono delle luci verdi per dare un segnale ai migranti che lì troveranno riparo, ma che poi per il loro gesto, rischiano di incorrere nelle ire della polizia: questa è la misura della crudeltà che si sta verificando al confine polacco e bielorusso.

L’Europa non solo sta facendo di tutto per apparire priva di valori, ma sembra che i Paesi che la costituiscono riescano a voltarsi con facilità dall’altra parte, quando ci sono un po’ di migranti alle loro porte. Non si tratta di azioni zero, ma peggio. Non abbiamo detto alla Polonia che non può tirare su un muro, ma che non può farlo con i soldi dell’Ue.

Analizzando la situazione, sembrerebbe che l’Ue sia senza le competenze e senza la volontà precisa di darsi una strategia nei riguardi dei flussi migratori. Vediamo cosa cambierà con la presidenza francese, perché con il Patto del Quirinale e il nuovo governo tedesco, si potrebbe sperare in un atteggiamento più responsabile dell’Unione europea.

Ciò che sembra paradossale è che i Paesi che affermano di voler salvaguardare la loro identità (la Polonia, ma anche l’Ungheria) sono quelli che poi vogliono costruire le barriere. Se questo è cristianesimo, non so dove andremo a finire.