Editoriale

L’annuncio della guarigione nel nome di Gesù

Deve dirlo a tutti, non riesce a rimanere in silenzio, come gli aveva chiesto Gesù.

«È Lui, Gesù che mi ha guarito. Nessun medico, nessun sapiente mi ha mai aiutato…ma Lui sì, mi ha tolto la lebbra che mi tormentava, mi ha restituito una nuova vita», avrà gridato!

Al suo racconto le folle si mettono in cerca di Gesù, vogliono conoscerlo, stare con Lui, molti hanno bisogno di poter essere da Lui risanati, «Tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città», ci dice il Vangelo di Marco.

Questo si ripete anche oggi: quando incontriamo davvero sulla nostra strada Gesù, quando lo accogliamo e gli chiediamo di guarirci dalle nostre “lebbre”, da tutte quelle infermità che ci impediscono di amare, di essere felici e di poter vivere una vita piena, una vita nella comunione con Dio e gli altri. Se abbiamo davvero incontrato Cristo, non delle regolette morali, anche noi non potremo tacere questa “rinascita”, portando così molti fratelli al Signore.

Tanti non ricorrono a Gesù perché nessuno gli annuncia questo potere che ha Cristo di renderci felici; i nostri vicini, gli amici, i fratelli, rovinano così la loro vita, cercando un po’ di consolazione nelle cose del mondo. La vita diventa triste e senza senso, l’uomo senza Dio può solo ripiegarsi su sé stesso.

Un’umanità disperata e ingannata sta aspettando l’annuncio del Vangelo, la buona notizia che dall’incontro con Cristo, rinasce la Speranza, la luce e la gioia, siamo liberati dalla schiavitù che ci rende incapaci di amare. Basta dire a Cristo: «Se vuoi, puoi guarirmi!».

Occorre evangelizzare, annunciare questa notizia!

San Giovanni Paolo II insisteva tante volte sulla necessità di questa testimonianza, che lui chiamò “Nuova evangelizzazione”, come ci ricordò nella esortazione Christifideles Laici: «L’evangelizzazione è sempre una testimonianza personale e comunitaria della trasformazione operata dall’evento di Cristo attraverso lo Spirito. L’evangelizzatore testimonia una realtà e un messaggio che lo hanno coinvolto e rinnovato, inserendolo in una comunità che è in sé stessa testimonianza.!».

mons. Antonio Interguglielmi

Recent Posts

Gottardo di Hidesheim, il santo che resuscitò i morti per poterli confessare

San Gottardo di Hidesheim, vescovo benedettino Reichersdorf (Germania), 960 – Hildesheim (Germania), 5/05/1038. Il padre,…

5 Maggio 2024

Salute mentale dei minori: la tutela necessaria

Allarme salute mentale nelle nuove generazioni: tra droghe, depressione e cyber-pericoli. I disturbi mentali sono…

5 Maggio 2024

Da Gregorio XVI alle sfide della globalizzazione: testimonianza diocesana

La diocesi di Trapani celebra il 180° anniversario della fondazione: fu istituita il 31 maggio 1844…

5 Maggio 2024

Bullismo genitoriale: origini del fenomeno e ricadute sociali

Il “bullismo genitoriale”, esercitato da padri o madri nei confronti dei figli, attraverso dei comportamenti violenti…

5 Maggio 2024

Cosa significa amare e donarsi all’altro

Dio non ci chiede di essere perfetti, dei soldatini che non sbagliano mai. Ci chiede…

5 Maggio 2024

Le cinque parole del Vangelo di oggi su cui riflettere

Il vangelo di questa sesta domenica di Pasqua è la continuazione di quello di domenica…

5 Maggio 2024