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I morti sul lavoro chiedono giustizia

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Foto di Ümit Yıldırım su Unsplash

I morti del cantiere di Firenze chiedono giustizia e pretendono che altri operai non muoiano a causa delle distrorsioni del sistema in cui sono purtroppo incappati. Non è la prima volta che accadono nel lavoro italiano situazioni drammatiche, e dunque si dovrà agire in modo che ognuno capisca che davvero finita l’epoca della ambiguità. Innanzitutto, nelle analisi per il cambiamento per debellare i rischi in più che colpiscono i lavoratori, serve individuare ogni causa che li provoca, affinche le soluzioni siano efficaci. Di solito quando la politica decide di affrontare vari rischi che minacciano i cittadini, per dare un segno della loro prontezza trasforma le leggi che pur sono in vigore in norme draconiane, aumentando pene su pene. Ma questa logica da sola, al massimo placa il giusto sdegno dei cittadini ma non cambia la realtà.

Se andiamo ad analizzare i casi vari notiamo che i reati di lavoro nero, di evasioni contributive, di trasgressioni salariali, di non rispetto delle norme della sicurezza, di corruzione per ottenere appalti e subappalti, si comprende che in questi contesti il fenomeno è spinto da volontà criminali: guadagnare in dispregio delle leggi dello Stato e dell’etica; delle regole di concorrenza; del ricorso alla corruzione quale mezzo per ottenere appalti ed impunità. Questi soggetti per guadagnare irregolarmente nel mercato degli appalti pubblici e privati, al contrario delle imprese regolari, sono disposti ad ogni rischio pur di potersi muovere nel business degli appalti.

Ed allora il tema da porsi per chi persegue fini illeciti con gli appalti facili con gestioni dannosse per lavoratori e per la corretta concorrenza con le imprese rispettose delle leggi e contratti, consiste sopratutto prosciugando l’acquitrino paludoso del malaffare. Occorre colpire il loro interesse economico e la loro presenza nel mercato. Prima di tutto mettendo fuori gioco perdendo l’iscrizione all’albo costruttori coloro che prendono appalti solo perché iscritti all’albo pur senza attrezzature, senza operai e tecnici, e che possono distribuire con i subappalti tutto il processo di realizzazione dell’opera. I sub appaltatori dovranno possedere capacità organizzativa specialistica riconosciuta da un loro albo, pena la loro fuoruscita dal mercato degli appalti. Le gare al massimo ribasso non dovranno essere più utilizzate; negli appalti privati la mancanza delle garanzie dovrà avere conseguenze per il rilascio della licenza di costruzione a monte e per i certificati di abitabilità a valle da parte dei Comuni. Ecco, in un settore delle costruzioni così organizzato, sarà molto più difficile usare gli appalti per il malaffare ed  in dispregio al criterio di concorrenza, opera scambi economici di ogni tipo. In tale contesto il settore diventerà più moderno, e soprattutto i lavoratori non potranno più essere derubati della dignità, del salario e talvolta della stessa vita.

Raffaele Bonanni: