Editoriale

La grandezza dei piccoli gesti

Spesso ci sentiamo piccoli e inermi soprattutto di fronte alle decisioni dei più potenti; ci sentiamo schiacciati dalla loro prevaricazione e ci sembra plausibile che le loro azioni potranno condizionare molti aspetti delle nostre vite. A fronte di questo incorriamo facilmente nel rischio di trascurare i mezzi che abbiamo a disposizione per reagire. Si, sono forse mezzi deboli e limitati, ma con l’aiuto di Dio e la sua sorveglianza diventano grandi e capaci di fare la differenza.

Il Vangelo di oggi ce lo indica meglio. Descrive un incontro tra due donne. Un incontro come tanti, ma come ben sappiamo, in questo caso particolare. Così come tutti i nostri incontri: sono normali ma particolari, ognuno è unico, porta il sigillo della presenza di Dio, è il suo dono e un’opportunità per crescere. Per questo motivo l’incontro descritto nel Vangelo di oggi può servirci come una lezione molte utile. Ogni nostro incontro è pervaso dalla presenza di Dio, dal soffio dello Spirito. Ci conduce verso un’esclamazione di lode.

Davvero tutti gli incontri sono così? La nostra esperienza non è forse diversa? Probabilmente è così, ma in questo caso si tratta di incontri veri, profondi, che ognuno di noi sogna. Sono incontri puri, spontanei, risultanti dal moto del cuore, che ci coinvolgono totalmente. Come averli? Molto dipende da noi: dalla nostra sensibilità, suscettibilità dalla grazia dello Spirito, dalla nostra creatività relazionale. Osserviamo questo modello tratto dal Vangelo.

In primis c’è tanto dinamismo. La decisione di alzarsi, di uscire e andare in fretta, di iniziare un viaggio impegnativo, tra le montagne, in un’altra città. Secondo, c’è l’incontro rivolto ad una persona concreta, l’opportunità per esprimere la memoria, la gentilezza, l’amore. Sono espresse attraverso i gesti diretti e chiari – un saluto, che richiede subito una risposta, forse un senso di sorpresa, un sentimento di grande gioia di rivederci.

Inoltre, vi è un incontro penetrante, che ci tocca fino in fondo, trafigge il cuore, muove tutto ciò che portiamo dentro di noi. Nel caso di Elisabetta è il bambino Giovanni che ella portava nel suo grembo – ma anche il movimento dello Spirito Santo che la fa parlare. È anche l’emozione di stupore e di meraviglia. E da lì risulta l’ultimo criterio di un buon incontro: le parole della benedizione e delle lodi.

Esse sono come un balsamo, come un profumo. Sono le parole di gioia, di gratitudine, di apprezzamenti e rispetto leggero, sublime e vero. Le condivisioni spontanee e naturali, che non hanno paura di raccontare i più piccoli movimenti del cuore, che vogliono trattare di tutto con tanta fiducia e sicurezza non solo quella di essere capiti, ma di contribuire alla gloria e lode di Dio. In questi momenti vibrano tutti i nostri sensi – dagli orecchi e dagli occhi arrivano le cose belle che riempiono il cuore con gioia traboccante.

Così si presenta la lezione dell’incontro tra Maria ed Elisabetta: lo specchio di tutti gli incontri delle persone che aspettano il Signore, guidate dalla Spirito Santo. Ci riconosciamo nella sua configurazione? O forse ci sentiamo lontani? Vorremo che i nostri incontri siano come quello tra le due donne, o ci sentiamo scoraggiati e indifferenti?

Malgrado le varie risposte che possiamo avere, la bellezza di questo incontro da Ain Karim rimane immutabilmente fresca, incantevole ed invitante. Se non ci lascia indifferenti nelle configurazioni della vita ciò significa, che non abbiamo ancora perso tutto, che possiamo ancora sanare i nostri incontri – per avvicinarci a Dio, per portarlo al piccolo cerchio delle persone che incontriamo. Farle vibrare con la presenza e gioia di Dio vuol dire iniziare a cambiare tutto il mondo.

padre Bernard Sawicki

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