La lezione ignaziana di Bergoglio. Tra Erasmo e San Francesco

Misericordia

La Chiesa di Francesco non si confonde con l’etica mondana. Ma si colloca al suo interno per influenzarla da dentro. La linea ecclesiologica di Jorge Mario Bergoglio è la stessa applicata sempre e ovunque dai Gesuiti. In Sud America, Cina, India. Francesco è coerentemente un gesuita, nella sua accezione più nobile. Il Pontefice comprende la situazione etica del mondo contemporaneo ma si mette dentro. Non la combatte come avversario dall’esterno. È sempre stato l’approccio dei Gesuiti, in ogni epoca e nazione. Senza cedimento né resa al mondo moderno. Il modello di Francesco è la comprensione ignaziana della contemporaneità. Non è tatticismo politico. Ma  la lezione della grande mistica umanistica. Sant’Ignazio si rapportava alla lezione di Erasmo da Rotterdam. E venerava san Francesco.

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Papa Francesco all’arrivo nel cortile di san Damaso per l’udienza del mercoledì

Per Papa Francesco “la misericordia è l’aria da respirare”. La misericordia è il sentimento di compassione per l’infelicità altrui, che spinge ad agire per alleviarla. Misericordioso è lo sguardo del papa figlio di migranti sull’umanità ferita del
terzo millennio. “Senza la misericordia corre il rischio di franare nella meschinità burocratica o nell’ideologia la nostra teologia. E così il nostro diritto. La nostra pastorale” scrive il Pontefice. In una lettera all’arcivescovo di Buenos Aires, monsignor Mario Poli.FrancescoL’opera di misericordia nella morale cristiana è un’opera in cui si esercita la virtù della misericordia. E, con significato più generico, è un atto di bontà, di carità verso chi soffre. “Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia”, scrive Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi. Francesco vuole accompagnare e accogliere l’uomo concreto. Con le sue ferite e contraddizioni. Senza farne un’astrazione. La misericordia è il senso ultimo della predicazione di Francesco. Per il quale riflettere teologicamente sulla misericordia induce a porsi le questioni fondamentali della dottrina su Dio. Insomma, la Misericordia Divina costituisce il nucleo e la somma della rivelazione biblica su Dio.

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Affresco “San Francesco predica agli uccelli”, Giotto, Basilica Superiore, Assisi (particolare)

Secondo Francesco la Chiesa è misericordia. Prima dei princìpi, insomma, viene il “kerygma”. L’annuncio che il Vangelo è amore. Accoglienza verso tutti. L’immagine di Chiesa che Francesco preferisce è quella espressa nella costituzione conciliari “Lumen Gentium“. E cioè del” santo popolo fedele di Dio”. Sentire “cum Ecclesia” per Jorge Mario Bergoglio è essere in questo popolo. E l’insieme dei fedeli è infallibile nel credere. E manifesta questa sua “infallibilitas in credendo”. Mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il popolo che cammina.Francesco non pensa che la comprensione del “sentire con la Chiesa” sia legata solamente al sentire con la sua “parte gerarchica”. Riguarda tutta la Chiesa. Popolo
e pastori. Una Chiesa che Francesco non riduce a “una piccola cappella in grado di contenere solo un gruppetto di persone selezionate”. Il Pontefice non riduce “il seno della Chiesa universale a un nido protettore della nostra mediocrità». Sogna una “Chiesa Madre e Pastora”. E’ la strategia di sant’Ignazio di Loyola.  È il riconoscimento, da sempre praticato dai Gesuiti, della complessità civile ed etica del contesto mondano. Con la necessità di accompagnarlo nelle sue valutazioni. Ciò non significa cedere ai princìpi e ai comportamenti mondani. Bensì riconoscere la realtà e muoversi al suo interno per cambiarla.