Cosa ci insegna il Vangelo della Trasfigurazione

Cosa sappiamo degli altri? Così poco. Anche se viviamo insieme a loro ogni giorno, e da molti anni. Paradossalmente oggi, anche se siamo connessi senza sosta con tutti, è molto più facile nascondersi, magari mostrando solo ciò che vogliamo. Anche se è vero che sempre meno persone sono interessate agli altri. Infatti, tutti si concentrano su se stessi, proteggendo scrupolosamente la propria privacy. È importante mostrare la verità su se stessi? Invitare gli altri nella propria intimità? Possiamo trovare una lezione su questo nel Vangelo di oggi.

Sembra che gli apostoli conoscessero molto bene il Signore Gesù. Hanno vissuto con Lui, hanno accompagnato le sue peregrinazioni e il suo insegnamento. Eppure, nel Vangelo abbiamo molte situazioni in cui Egli li ha sorpresi. E non c’è da stupirsi: dopo tutto era Dio. Nel frattempo, oggi sta accadendo qualcosa di nuovo. Ne sceglie tre e li invita a conoscerlo meglio. Perché? Molte volte esce da solo di notte per pregare, poi torna da loro, dopo la sua attività. Erano i suoi momenti di intimità. Sappiamo che in quei momenti pregava il Padre. Questa volta il Signore Gesù si reca in un luogo appartato, ma non da solo. Che cosa è successo? La spiegazione classica suggerisce che si trattava di un rinforzo per rivivere in modo positivo il dramma del Venerdì Santo. Ma perché solo tre? È significativo che siano gli stessi che in seguito accompagnino il Signore Gesù durante un’altra sua preghiera, più eloquente e drammatica, sul Monte degli Ulivi. Sono anche testimoni della guarigione della figlia di Giairo. Favorire il “migliore” del gruppo? La storia dimostrerà che in realtà avevano ruoli particolari da svolgere. Ne consegue che ci sono uguali e più uguali? Che è impossibile essere ugualmente vicini a tutti?

Nel Vangelo di San Giovanni si parla di un discepolo che Gesù amava. E dopo la risurrezione Gesù chiede a Pietro se lo ama più degli altri apostoli. È giusto? Una misura della vicinanza è la concessione di segreti personali, l’intimità. Non è possibile che tutti vi abbiano accesso. Allo stesso tempo, è un rischio, esporsi all’incomprensione, forse anche all’essere usati o ridicolizzati. Forse è per questo che il Signore Gesù, al termine della misteriosa e straordinaria esperienza sul Monte della Trasfigurazione, proibisce di parlarne fino alla Risurrezione. Allora si parlerà di lui. È così che lo sappiamo. Ma quale scopo aveva questo accesso all’intimità del Signore Gesù. È stato utile per loro? Solo Giovanni rimase ai piedi della croce. Pietro rinnegò il Signore Gesù. Sicuramente, però, qualche traccia di questo nel suo cuore è rimasta. Anni dopo, nella sua lettera, San Pietro menzionerà questo evento. La vita, tuttavia, andò per la sua strada. L’intimità di un altro essere umano è così delicata e sensibile. Rimarrà sempre vulnerabile all’essere ferita, all’essere fraintesa. Avrà la forza sufficiente per cambiare il corso delle cose, delle convinzioni? Se non ci fosse stata la Trasfigurazione, forse questi tre Apostoli più importanti si sarebbero comportati peggio? O forse, semplicemente, il Signore Gesù non li ha invitati per qualche scopo calcolatore e strategico, ma voleva semplicemente condividere con loro le sue gioie – compresa la gioia e la bellezza della sua gloria – senza fuochi d’artificio e orgoglio?

È un’arte anche saper mostrare con umiltà i propri valori e condividerne i frutti, senza umiliare gli altri o suscitare la loro gelosia o addirittura l’invidia. Quanto è discreto e sincero il Signore Gesù! E quante volte invitiamo gli altri nella nostra intimità su vari forum di internet semplicemente vantandocene per sentirci superiori – e spesso semplicemente, per calcolo, sperando nei like! La condivisione di questioni intime non può essere pubblica. Deve essere sempre limitata a un piccolo gruppo di persone discrete e fidate. È importante, crea legami, aiuta a superare situazioni difficili, ma allo stesso tempo è un invito a essere più empatici. Essere vicini a qualcuno non significa solo condividere momenti di bellezza, ma anche momenti di difficoltà. E forse il Signore Gesù cercava proprio un sostegno umano. Sia sul Monte della Trasfigurazione che sul Monte degli Ulivi? E, così rifiutato dal mondo di oggi, forse continua a farlo ancora di più oggi, invitandoci ad andare con Lui – in preghiera, per adorare la Sua gloria che, dopo tutto, vuole condividere con noi.